Tre punti europei, ma Miha è furibondo

MILANO. Solo 5 minuti per sbloccare la sfida con il Genoa grazie al solito Bacca (13.mo centro in campionato), un'altra ora per raddoppiare, con una prodezza di Honda, poi ancora una volta il Milan sperimenta i pericoli di non chiudere definitivamente le partite.
Brividi e nervosismo nel finale, con Mihajlovic che aspetta invano il terzo gol e teme la beffa per la rete dell'ex Cerci. Poi a gara finita (2-1) solo un preparatore atletico dissuade il serbo dall'avventarsi contro Balotelli, entrato da 7' e reo di non essersi dannato su ogni pallone. Nel fine settimana dello scontro diretto fra Fiorentina e Inter, era fondamentale per i rossoneri non perdere altri punti contro una squadra decimata e in lotta per salvarsi.
È il settimo risultato utile di fila, Europa League e Champions restano nel mirino, ma non è certo stata una prova di intensità e organizzazione al livello dei proclami di Mihajlovic alla vigilia. E questi tre punti rischiano di portare in dote qualche scoria, fra il nervosismo di Niang al momento della sostituzione con Menez, di nuovo in campo dopo sei mesi e preferito a Balotelli, entrato per ultimo, giusto il tempo di rimediare un colpo a uno stinco e fare infuriare Mihajlovic. Che dedica un avvertimento all’ex SuperMario: «Chi non si sacrifica fino al 94' non mette più piede in campo». E poi se la prende anche con un giornalista nelle interviste del dopo partita: «Sei come libro aperto, fai sempre domande del ca...»: così infatti l'allenatore del Milan ha risposto a un giornalista che in conferenza stampa gli faceva notare come non sembrasse soddisfatto nonostante la vittoria contro il Genoa. «Dovevamo vincere e abbiamo vinto, sono soddisfatto - ha aggiunto l'allenatore serbo -. Non mi esalto nelle vittorie né sembro morto quando si perde».
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