Udinese, il digiuno è interrotto
UDINE. L'Udinese rompe il ghiaccio dopo un'astinenza dai tre punti durata otto incontri, uscendo dalla crisi e condannando in pratica il Verona, anche se Delneri continua dichiaratamente a crederci, a un'amara retrocessione. I meriti della resurrezione bianconera vanno equamente suddivisi tra la consapevolezza di essere ad una svolta dopo un lungo periodo di precarietà, un nuovo modulo tattico in cui Di Natale ha impresso il proprio marchio di qualità e la sostanziale pochezza dell' avversario, incapace di produrre una reazione valida dopo essere andato in svantaggio. Con Delneri ad affidarsi al beneamato 4-4-2, Colantuono esperimenta un innovativo 4-3-3 che cambia volto ad un'Udinese così più propositiva ed efficace in fase offensiva e meglio guarnita in retroguardia. E se il Verona, controllati i panzer Toni e Pazzini, non ha sporcato la maglietta di Karnezis, i bianconeri, preso tra le mani sin da subito il pallino del gioco, hanno trovato in Di Natale il fulcro della propria manovra, aperta sulle fasce dall'iniziativa costante da Fernandes e Thereau, calati in un ruolo particolare. Così il portoghese, al 22', con un diagonale rasoterra, scaldava le mani a Gollini, e 5' più tardi un centro di Piris non trovava pronto Thereau a tu per tu con il portiere scaligero. Occasioni che costituivano il preludio al gol, ispirato al 31' da un servizio delizioso di Totò dal limite dell'area per Badu, che deviava di testa sul palo e in fondo alla rete.
Tonificata dal vantaggio, l'Udinese anche nella ripresa rimaneva sul pezzo, con baricentro alto e Badu scheggia impazzita tra le linee, e dopo soli 11' raddoppiava: Di Natale non finalizzava al meglio un pallone che comunque giungeva sui piedi di Thereau, che si faceva respingere da Gollini la prima conclusione ma non falliva poi il tap in del raddoppio. Con l'Udinese padrona del campo, Delneri inseriva Gomez per provare a conferire più ginger al tentativo di recupero gialloblù mentre Colantuono concedeva la standing ovation a Di Natale.
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