Un destino comune tradisce Rossi e Nibali

ROMA. Un motore o una semplice catena che sia, oltre alla fatica e alla sorte ci si mette anche le tecnologia a tradire lo sport italiano: soffrono di un destino comune, in una domenica di sfide decisive, Valentino Rossi sulla pista amica del Mugello e Vincenzo Nibali in uno dei giorni decisivi del Giro d'Italia. E per tutte e due la giornata nera potrebbe trasformarsi in un verdetto definitivo.
Rossi che parte in pole nel Gp d'Italia e invece rompe il motore davanti a migliaia di suoi fan; Nibali che deve cambiar bici nella cronoscalata compromettendo una tappa che già lo vedeva in difficoltà. Doveva essere la loro gara, è stata una giornata che definire storta, per entrambi, sembra quasi un eufemismo. Valentino rompe il motore dopo nove giri del gran premio d'Italia sul circuito del Mugello, con migliaia di tifosi colorati di giallo per lui, mentre era all'inseguimento del rivale Jorge Lorenzo.
Vincenzo Nibali, già in difficoltà di suo nella cronoscalata dell'Alpe di Siusi, crolla in classifica dopo essere stato tradito dalla catena che si stacca e lo costringe al cambio della bici in corsa: risultato finale, 2' e 51' di distacco dalla maglia rosa Kruijswijk. Catena della bici a parte, la tappa non aveva visto in corsa il miglior Nibali. Il messinese è apparso subito in difficoltà poi l'inconveniente tecnico (ed anche alcuni tifosi troppo calorosi che è stato costretto in un caso ad evitare con una repentina deviazione di percorso e in un altro allontanandone uno con un braccio). Ma quel che è peggio a giovarsi della sua sfortuna è anche lo spagnolo Valverde, rivale per la vittoria finale.
E anche in questo la sorte accomuna ciclista e pilota: Rossi perde in casa e a trionfare è il rivale di sempre, Lorenzo - spagnolo anche lui -. I motori Yamaha hanno fatto le bizze ma se Jorge Lorenzo è stato abbandonato dal motore durante il warm up, per Rossi il danno in gara è stato irrimediabile. «Così brucia davvero», il rammarico del Dottore, che sa di trovarsi troppo indietro per essere a questo punto della stagione. Esattamente come Nibali.
ALLE PAGINE 36, 37 E 38
Riproduzione riservata © Il Piccolo








