Vignoni: «L’obiettivo è ricreare l’entusiasmo lavorando con i giovani»

Parla il nuovo diesse della Triestina: «Sull’allenatore ancora nulla è deciso. Scommetteremo su giocatori poco conosciuti»
Di Antonello Rodio
Foto Bruni 11.06.14 Triestina calcio:Sergio Vignoni ed il presid. Mehmeti
Foto Bruni 11.06.14 Triestina calcio:Sergio Vignoni ed il presid. Mehmeti

TRIESTE. Da mercoledì scorso è il nuovo direttore sportivo della Triestina.

Sergio Vignoni in questi giorni si è messo subito al lavoro per completare l’organigramma societario, definire lo staff tecnico e iniziare a costruire la rosa alabardata per la prossima stagione.

Vignoni, lei ha detto di voler costruire una squadra che piaccia ai tifosi: quali caratteristiche deve avere?

«Innanzitutto deve essere una squadra con un calibrato mix tra esperienza e gioventù, anche perché c’è la nota necessità degli under. È chiaro che l’asse portante deve essere fatto di esperienza, carisma e personalità, poi attorno ci vanno dei giovani di prospettiva».

Ma conterà più la corsa o la tecnica?

«Contano entrambe le cose. Soprattutto punto a costruire una squadra che abbia le caratteristiche classiche per far bene in questa categoria. I nomi alla fine contano poco, è l’insieme che è importante, deve essere una squadra difficile da affrontare per tutti».

Sarà una Triestina molto diversa rispetto alla passata stagione?

«Ci sono tante idee, poi dipende anche se la proprietà mi seguirà, perché alle belle parole poi devono seguire i fatti. Come ho già detto, prima di tutto bisogna sistemare l’aspetto organizzativo e lo staff. Comunque i presupposti per fare un buon lavoro ci sono tutti».

Della vecchia rosa quanti potrebbero restare?

«Sto studiando il materiale che era a disposizione: dire adesso quanti resteranno è prematuro, ci sto lavorando e faremo delle valutazioni. Ma ripeto, prima di tutto lo staff».

A questo proposito, Parlato come allenatore è un nome molto chiacchierato.

«Non è il solo candidato, ho diversi incontri, sto lavorando in maniera riservata, meno mi si vede in giro e meglio è. Ma quello che posso già dire ai tifosi, è che ci sono un paio di cose molto positive in ballo».

Briaschi potrebbe entrare in società a darle una mano?

«Potrebbe essere, nelle mie idee per uno staff che funzioni, serve personale giusto e qualificato».

Il momento top della sua carriera?

«Beh, quel Vicenza che venendo dalla serie C arrivò in A, alla vittoria della Coppa Italia e si fece valere alla grande in Europa, è ancora sulla bocca di tutti. Quel mio primo periodo in biancorosso è stata sicuramente la pagina più bella, lavorando con giovani che hanno fatto una grande carriera».

Un’operazione di mercato di cui va particolarmente fiero?

«Un nome che mi piace fare è quello di Maurizio Rossi: giocava con l’Aosta in uno spareggio per non retrocedere fra i Dilettanti, lo vidi e lo presi subito portandolo in B a Vicenza. Oltre a fare una gran carriera, segnò il gol decisivo della vittoria in Coppa Italia. Mi piace scoprire qualcuno quando ancora non è nessuno, prima della sua esplosione. Cito anche Paonessa e Foti, due ragazzini fatti giocare subito titolari in B. Saper gestire i giovani è un grande lavoro: l’allenatore lo fa sul campo, io mi dedico alla gestione fuori dal campo».

Ha un sogno per questa sua avventura a Trieste?

«Quello di riportare la Triestina dove le compete. So che la gente è scettica e delusa da tanti anni in cui è successo di tutto, ma nonostante la serie D sarà più dura del solito con la sparizione della C2, io conto di far riappassionare i tifosi e ricreare entusiasmo».

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