Zanuttig soddisfatto: «Ho visto una vera squadra»

MONFALCONE. «Ho visto una vera squadra, è questo il comportamento da tenere vivo il sogno salvezza. Se l'Ufm riuscirà a farcela - alla luce della prestazione odierna Andrea Zanuttig vede il sole, altrochè le nubi grigie che hanno sorvolato il "Comunale" - lo farà il gruppo e non il singolo: dal più vecchio al più giovane, da chi avrà giocato ogni singola gara a chi avrà avuto meno spazio. Come sto insistendo settimana dopo settimana, giorno dopo giorno, tutti dovranno dare il loro contributo».
Le parole a caldo del tecnico profumano di lode per tutti, a supportarne la veridicità l'utilizzo di Luca Villanovich, uno che non partiva titolare dalla notte dei tempi e che ha saputo calarsi nella mischia senza scomporsi. «L'ultima da titolare nemmeno la ricordo (era l'11 novembre, tredicesima di campionato con il Belluno, ndr), l'essere rimasto un po' ai margini non mi ha sfiduciato, anzi. A dicembre ho voluto fortemente restare a Monfalcone perchè ero consapevole di non aver saputo dare il massimo e quindi ero desideroso di riscattarmi se ci fosse stato spazio. Per me stesso, per i compagni e per la società».
Una dichiarazione d'amore per i colori biancazzurri per il centrocampista di Sistiana che solo qualche minuto prima della consegna delle liste ha saputo di essere tra i titolari: «Sinceramente non me l'aspettavo. Mi sono riscaldato con Godeas, quando il mister ha deciso di darmi questa chance perchè il nostro capitano era in condizioni fisiche precarie ho capito che avrei dovuto dare tutto me stesso: Zubin aveva il compito di attaccare la profondità, io dovevo piazzarmi tra le linee cercando di assecondarlo al meglio. Mettendoci tutta l'aggressività del mondo perchè il fondo inzuppato presagiva ad una contesa piuttosto fisica». Ma non è stata una vittoria di Djukic, Zubin, Ciroi o chi si voglia: «Un successo maturato grazie alle qualità di un gruppo sempre più unito, che nell'ultimo periodo si è cementato ulteriormente. Paradossalmente doveva essere meno complicato mantenere il vantaggio su un campo del genere, tuttavia - chiude Villanovich - quello che conta è il risultato finale: la sensazione dal campo, maturata soprattutto nella ripresa, è quella di un successo ampiamente meritato, seppur sofferto». (m.m.)
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