Abisso di Trebiciano riaffidato allo storico gestore fino al 2022

Conferma per la Società Adriatica di Speleologia che se ne prende cura dal 1974 e continuerà ad avere in carico anche lo Speleovivarium Erwin Pichl di via Reni 

TRIESTE

L’Abisso di Trebiciano e lo Speleovivarium Erwin Pichl di via Guido Reni sono due porte aperte sul mondo del sottosuolo di Trieste. Per questo il Comune ha rinnovato la convenzione con la Società Adriatica di Speleologia di Trieste per il triennio 2020-2022 per la gestione a fini culturali, di ricerca e turistici, dello Speleovivarium Erwin Pichl e del Centro d’interpretazione ambientale dell’Abisso di Trebiciano.

Per questa attività l’amministrazione comunale assegna alla Società Adriatica di Speleologia un contributo di 24 mila euro (ripartito in 8 mila euro per ogni annata fra 2020 e 2022). La Società Adriatica di Speleologia gestisce dal 1974 la grotta di Trebiciano (oggi Centro di interpretazione ambientale dell’Abisso di Trebiciano) e, dagli inizi degli anni Novanta, lo Speleovivarium Erwin Pichl che ha sede nel tratto iniziale della galleria antiaerea di via Guido Reni di Campo Marzio. «Le due realtà – sottolinea l’assessore comunale alla Cultura Giorgio Rossi – costituiscono un’importante integrazione dell’offerta culturale-scientifica del Comune di Trieste, collegata da tempo all’attività istituzionale del Servizio Musei e Biblioteche e, in particolare, a quella del Museo civico di Storia naturale».

La Società Adriatica di Speleologia, nata nel 1874 come Società Adriatica di Scienze Naturali, gestisce un’area espositiva sul mondo del sottosuolo unica nel suo genere, caratterizzata da assolute peculiarità dal punto di vista naturalistico, geologico, storico. I visitatori, spesso scolaresche, sono aumentati nel corso degli anni. Nel 2019 l’associazione ha sviluppato, in sinergia con il Museo di Storia naturale, un progetto transfrontaliero dedicato al Proteo che avrebbe dovuto essere presentato a luglio in occasione di Esof 2020. Ma la manifestazione, a causa dell’emergenza sanitaria Covid, è slittata a settembre e con essa anche l’uscita dell’anfibio star delle grotte carsiche.

Quello di Trebiciano è stato per oltre ottant’anni l’abisso più profondo del mondo. Con i suoi 329 metri resta la grotta più profonda del Carso ed ancora al centro di numero studi speleologici. L’Abisso fu scoperto nel 1841 e ancora oggi è uno dei punti di osservazione più importanti del fiume Timavo. Il percorso per la discesa venne allestito per la prima volta nel 1842, con lo scopo di poter utilizzare il Timavo per fornire acqua alla città di Trieste.

L’ingresso della grotta carsica è a pochi metri dall’abitato di Trebiciano. Nel 1974, dopo anni di abbandono e incuria, la Società Adriatica di Speleologia ha ottenuto la gestione dell’Abisso di Trebiciano ammodernando l’attuale ferrata e creando la Stazione sperimentale con una serie di sensori per la ricerca scientifica. —



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