«Asili d’estate, ma quale successo: c’era la metà dei bimbi previsti»

Per l’amministrazione Cosolini che l’ha voluto è stato un successo pieno, tanto che l’assessore Antonella Grim ha annunciato nei giorni scorsi che, così facendo, l’offerta estiva dei servizi educativi cittadini 0-6 anni s’è irrobustita del 19%. Per i sindacati che se ne sono opposti, invece, si è rivelato un mezzo flop, al punto che la “neotriplice” senza Cgil, fatta da Cisl, Uil e Ugl, spiattella ora un report costruito da sé in base alle informazioni rese dagli stessi educatori, secondo cui i bambini che hanno effettivamente fruito di tali servizi sono andati a occupare appena il 53% dei posti previsti: una percentuale uscita da un campione pari alla metà dei turni nelle sette scuole d’infanzia rimaste praticamente sempre aperte (Primi Voli, Delfino Blu, Camillo Cromo, Tor Cucherna, Giochi delle Stelle, Tre Casette e Djaski Dom), mentre i 12 nidi, in quanto operativi nell’unico turno 1-12 luglio, sono rimasti fuori dalla statistica.
Una novità e due verità, insomma. L’inedito allungamento “in proprio” degli asili dal primo luglio al 23 agosto che il Comune ha introdotto quest’anno - “precettando” di fatto all’ultimo maestre e personale di ruolo per due settimane a testa, e ridimensionando in parallelo i consueti centri estivi appaltati fino al 2012 alle cooperative - torna dunque ad essere motivo di polemica proprio tra amministrazione municipale e rappresentanze dei lavoratori. Succede alla vigilia della riapertura delle strutture educative pubbliche per l’anno scolastico 2013-2014, e nei giorni successivi all’udienza del 28 agosto al Tar, davanti al quale in 150, tra maestre e dipendenti coinvolti, hanno trascinato appunto il Comune impugnando la delibera di maggio con cui la giunta Cosolini ha istituito tale prolungamento, con il richiamo in turno degli interni. Un’udienza che seguiva un primo tempo vinto dal Municipio - con il tribunale che aveva detto no alla richiesta di sospendere in via cautelare il nuovo servizio in corso d’opera - e che è stata riaggiornata per l’esame di merito, contratto di lavoro alla mano, al 26 febbraio.
«L’amministrazione - attacca il segretario Cisl-Fp Walter Giani a nome delle tre sigle che hanno dato il placet sndacale al ricorso al Tar - si dimostra soddisfatta di avere incrementato il servizio all’utenza del 19%. Viene da chiedersi il motivo di questo gaudio e soprattutto con quale qualità didattica e con quale risparmio il servizio è stato reso, visto che non siamo convinti che ambedue siano stati sempre realizzati. Ciò che ci sembra inconfutabile è il dato negativo rispetto la risposta che la cittadinanza ha inteso dare a questa iniziativa del Comune. Secondo dati non ufficiali ma altamente attendibili raccolti nel corso delle assemblee da Cisl, Uil e Ugl, possiamo affermare che la frequenza alle ulteriori attività nelle scuole dell’infanzia aperte nei mesi di luglio ed agosto è stata pari al 53% delle aspettative dell'amministrazione, il che non lo leggiamo come un dato particolarmente confortante per il prosieguo di un'attività in fase di sperimentazione». «La delibera di giunta del 22 maggio - continua Giani - prevedeva di attivare le attività estive in sette scuole dell’infanzia, per un totale di 75 sezioni e 1843 posti riservati ai bambini dai 3 ai 6 anni, distribuiti in quattro turni bisettimanali non frazionabili, più 12 sedi di asili nido. Rispetto ai 1843 posti previsti e messi a disposizione dall’area Educazione nelle scuole dell’infanzia, poi calati a 1492 si presume per iscrizioni inferiori alle aspettative, i bambini frequentanti sono stati, con buona approssimazione, 981, cosicchè molte sezioni scolastiche sono state chiuse vista la scarsa richiesta e la non necessità di offrire il servizio. Eppure la proposta avanzata a maggio dagli assessori Grim e D’Agostino nasceva dalla premessa che “l’esigenza di ricevere un servizio di accudimento dei bambini nel periodo di chiusura estiva” era particolarmente sentita dalle famiglie. Ci pare che così non sia stato».(pi.ra.)
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