Conforama, scioperi contro i licenziamenti

A Bagnaria Arsa dopo il rifiuto dell’azienda ai contratti di solidarietà i sindacati hanno proclamato lo stato d’agitazione. Martedì nuovo incontro con la proprietà
Di Elena Placitelli
Bagnagia Arsa 11 giugno 2011 conforama Copyright PFp
Bagnagia Arsa 11 giugno 2011 conforama Copyright PFp

BAGNARIA ARSA. Niente contratti di solidarietà, proclamata l’agitazione sindacale al Conforama. I lavoratori del punto vendita di Bagnaria Arsa potrebbero incrociare le braccia a sorpresa, dopo il vertice in Regione di giovedì prossimo. È l’ultima partita della vicenda che non lascia tregua agli impiegati nel punto vendita all’uscita del casello autostradale di Palmanova. Le novità sono state al centro di un’assemblea pubblica, organizzata l’altro ieri sera nel municipio di Bagnaria per sensibilizzare la cittadinanza. Davanti ai sindaci di Bagnaria e Palmanova, Cristiano Tiussi e Francesco Martines, i sindacalisti della Filcam-Cgil, Abdou Faye, e della Tucs-Uil, Claudio Moretti, hanno fatto capire come a poco siano valsi gli ultimi tre incontri avvenuti con l’azienda a Roma il 22 luglio, il 6 e il 28 agosto.

I vertici di Conforama sono andati avanti per la loro strada, perseguendo la via del licenziamento collettivo per 34 lavoratori. I sindacati chiedevano che per questi occupati fosse applicato il contratto di solidarietà, che garantisce loro ancora uno stipendio, seppure ridotto. E di fronte al no di Conforama hanno proclamato lo stato di agitazione. «Pur disponendo degli ammortizzatori sociali – spiega Faye – che permetterebbero ai 34 lavoratori in ballo di godere della cassa integrazione o della mobilità, la Conforama vuole solo licenziare. Un presa di posizione incomprensibile in questo momento di crisi. La lotta dunque continua sotto varie forme. Sì ai tavoli e agli incontri, ma anche a momenti di protesta a sorpresa». Decisivo sarà il vertice con l’azienda del prossimo 11 settembre a Roma, e ancor più (per le sorti locali) quello di giovedì con l'assessore regionale Angela Brandi. «È stata convocata anche l’azienda – commenta Moretti – e siamo fiduciosi che si riuscirà a capire se veramente non ci sia alcun margine per ottenere i contratti di solidarietà». Certo i segnali non sono buoni e Moretti li elenca uno a uno. «Complessivamente manca un piano industriale di rilancio – dice – e pure le singole iniziative necessarie a rivitalizzare il negozio di Bagnaria». A ciò il sindacalista aggiunge la cessione di un ramo di azienda che la Conforama ha venduto a Emmezeta Moda e il fatto che un’altra struttura adiacente sia stata affittata a imprenditori cinesi. E ancora, le rassicurazioni che l’azienda aveva dato sulla possibilità di ricollocare parte degli esuberi nel punto di nuova apertura a Martignacco. «Infine il magazzino di Cervignano – chiosa –, dove i clienti ritiravano mobili ed elettrodomestici ingombranti, che sta per essere chiuso e trasferito a San Giovanni al Natisone. Tutti segnali che indicano come l’azienda sia intenzionata ai tagli per smantellare l'intera realtà di Bagnaria».

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