Cormons è la capitale dei friulani nel mondo

Pizzul grande protagonista nella giornata inaugurale del raduno dei Fogolars Presentato il libro “1915-’17 con la guerra in casa” in un’affollata piazza Libertà

CORMONS. «La generosità e la concretezza dei friulani sono talmente forti che nel 1976 fui protagonista di un episodio molto curioso: mi trovavo a Toronto, sede di uno dei Fogolars Furlans principali al mondo, perché ero in Canada per seguire le Olimpiadi di Montreal. Era successo da poco il terremoto in Friuli: gli emigranti canadesi raccolsero per la loro terra d'origine un' ingente somma con cui aiutare i corregionali coinvolti. E vollero dare questo denaro in mano a me e al mio collega del Corriere della Sera con cui mi trovavo. "Puarte dut in Friul" mi dissero. Ma io non potevo portare a mano. Li convinsi a consegnare la cifra ai 'Carabiniars', sicuramente più affidabili del sottoscritto». E giù risate. Non potevano mancare gli aneddoti nella giornata inaugurale del raduno mondiale dell'Ente Friuli nel Mondo organizzato tra ieri e oggi a Cormons, e chi più del padrone di casa Bruno Pizzul poteva offrire un racconto che unisse tra allegria, ricordo e tradizione il succo del cuore friulano? Così è stato, e l'esperienza vissuta dall'ex telecronista Rai in Canada all'indomani del terremoto è stata sola una delle tante raccontate in un weekend davvero all'insegna del ripasso storico. Uno dei temi principali del raduno è, nel centenario dell'entrata in guerra dell'Italia nel 1915, il primo conflitto mondiale, e nel fine settimana non è stata solo la conferenza inaugurale della manifestazione dedicata alla friulanità a toccare questo tema: nella serata di venerdì infatti un'affollata piazza Libertà ha fatto da cornice alla presentazione del libro scritto a sei mani da Giovanni Battista Panzera, Franco Femia e Giacomo Cavalli "Cormons 1915-1917 - tre anni con la guerra in casa" dedicato al triennio di occupazione italiana di Cormons prima della disfatta di Caporetto. Una serata in cui si è ripercorsa la sofferenza di chi è stato costretto a vivere con la guerra, appunto, in casa. Circostanza che, all'epoca, costrinse tantissime persone in tutto l'attuale Friuli Venezia Giulia all'emigrazione. E quindi anche per questo motivo la conferenza del raduno friulanofono ha garantito un'ampia fetta del suo spazio di ieri ad un approfondito documentario curato per la Rai dal giornalista goriziano Gianni Bisiach, dedicato proprio alla Grande Guerra. «Quel conflitto fu un disastro per i friulani - ha sottolineato il presidente della provincia di Udine Fontanini - perché ha provocato emigrazione e drammi: deve essere un monito affinché si possa vivere sempre in pace». Ma si è parlato in generale di emigrazione dal Friuli, e di tante piccole e grandi storie di sofferenza, fortuna, difficoltà legate proprio al tema dell'emigrazione. E nei saluti istituzionali non sono mancati gli auspici: «Chiediamo alla Regione che ottimizzi il numero delle associazioni che si dedicano agli emigrati friulani nel mondo: attualmente sono ben quattro, sarebbe giusto unificarle in un solo movimento», ha spiegato il presidente dell'Ente Friuli nel Mondo Pieri Pittaro. Il vicepresidente del consiglio regionale Paride Cargnelutti ha sottolineato come sia "proprio grazie alla laboriosità ed al successo dei friulani emigrati che la nostra terra ha credibilità nel mondo". Il programma odierno prevede una lunga mattinata di eventi a partire dal raduno in piazza XXIV Maggio alle 10.30. A seguire messa e pranzo comunitario alla Cantina Produttori.

Matteo Femia

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