Gorizia, centro commerciale alle Sorelle Ramonda

Ultimo via libera dal consiglio comunale alla variante 38. Si potrà realizzare un supermercato nel piano interrato. L’assessore Pettarin: «La delibera verrà adesso pubblicata sul Bur»
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 01.10.2013 Sorelle Ramonda Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 01.10.2013 Sorelle Ramonda Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Nel piano interrato un supermercato. Poi, gli spazi già oggi consacrati all’abbigliamento. Quindi, al terzo piano un centro-fitness.

Sino a ieri era un desiderio. Dopo l’ultima seduta del Consiglio comunale (protrattasi ieri ben oltre l’una) potrà trasformarsi in... realtà. «Adesso, le condizioni urbanistiche ci sono tutte. La palla passa ai privati che possono avviare i loro progetti», commenta il sindaco Ettore Romoli.

Ad essere interessato alla “rivoluzione” è il megastore di Sorelle Ramonda che si trova nel bel mezzo dell’isola pedonale di Corso Verdi. Un edificio storico perché quella, per lunghi anni è stata la “casa degli italiani”, la Standa. In aula è arrivata l’ultima approvazione della variante normativa al Piano regolatore comunale contrassegnata dal numero 38, «contenente - si legge nell’ordine del giorno del consiglio comunale - puntualizzazioni in materia di commercio».

«È stato l’ultimo passaggio e ha ottenuto l’unanimità dei voti - spiega l’assessore comunale all’Urbanistica, Guido Germano Pettarin -. Durante il periodo di deposito degli atti non sono pervenute opposizioni e osservazioni. Ora, si provvederà all’invio all’amministrazione regionale di copia della variante approvata e della relativa deliberazione divenuta esecutiva, nonché ci sarà la pubblicazione della predetta deliberazione, per estratto, sul Bollettino ufficiale della Regione (Bur)».

E una delle novità, la più attesa, riguarda proprio l’edificio delle “Sorelle Ramonda” dove tornerà ad aprire il supermercato. E nella location storica: nel piano interrato oggi consacrato all’outlet. Dire che torna ad aprire il vecchio grande magazzino non è corretto, si tratta di un concetto ormai obsoleto. «Meglio chiamarlo centro commerciale urbano», suggerisce Guido Germano Pettarin, assessore comunale all’Urbanistica. Ma perché è necessaria una variante al piano regolatore visto che lì già c’era la Standa? A spiegarlo tecnicamente è sempre Pettarin. «Semplifico per essere comprensibile a tutti. Il piano regolatore, così com’è concepito oggi, prevede che si possano aprire più attività in quello stabile a patto che ci sia un unico proprietario. Ed era il caso della Standa. Con la variante abbiamo introdotto la possibilità che ci possano essere diverse proprietà».

«La richiesta avanzata all’amministrazione comunale - si legge nella bozza di delibera - muove dalla volontà di un utilizzo più proficuo di un immobile ubicato lungo Corso Verdi che vanta attualmente una superficie commerciale di vendita distribuita su vari piani pari a 3.800 metri quadrati. La volontà dei richiedenti è quella di riconvertire l’immobile a centro commerciale, rivitalizzando di fatto il contesto urbano e il complesso stesso». Il Comune, pertanto, ha accolto la richiesta degli imprenditori perché «la presenza e l’incentivazione di un tessuto di imprese commerciali all’interno della città - si legge ancora nella bozza di delibera che è stata approvata in aula - è da considerarsi un elemento importante non solo in termini di disponibilità di servizi distributivi ma anche dal punto di vista socio-culturale». Ecco perché Pettarin è contento ci sia stata unanimità dei voti, trovando anche l’opposizione d’accordo. Chi aprirà il supermercato? Restiamo alle informazioni che raccogliemmo nel giugno scorso: allòra, i bene informati dissero che poteva trattarsi delle Cooperative operaie. Se son rose, fioriranno.

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