La fila a Scienze giuridiche Dipartimento con due anime

Facoltà più attrattiva da quando è stato inserito il corso di Linguistica applicato alla professione forense. La direttrice Rega: «Stretto legame con il mondo del lavoro»

Da quest’anno accademico il Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione (Iuslit) vede le sue due anime, quella linguistica e quella giurisprudenziale, combinate per la prima volta in un percorso triennale unico in Italia. E’ stato attivato infatti il corso di studi in Comunicazione Interlinguistica Applicata alle Professioni Giuridiche: una formula, con un curricula ripartito equamente tra materie giuridiche e linguistiche, che ha dimostrato di essere molto gradita fin dall’esame d’ammissione, con oltre 150 candidati per 60 posti disponibili. A questa novità si affiancano gli altri corsi di laurea consolidati dello Iuslit: le iscrizioni sono stabili e puntualmente arrivano da tutt’Italia per la richiestissima triennale a numero programmato in Comunicazione Interlinguistica Applicata, che anche quest’anno ha registrato più di mille candidati per 170 posti. La sua naturale prosecuzione è la magistrale in Traduzione specialistica e Interpretazione di conferenza, che per 80 posti vede ogni anno circa 200 candidati presentarsi all’esame d’idoneità. Sono circa 230-250 all’anno gli immatricolati della laurea a ciclo unico (5 anni) in Giurisprudenza: è in aumento il numero delle matricole e degli studenti che da altre Università si trasferiscono a Trieste.

A determinare l’attrattività dello Iuslit sono i suoi piazzamenti a livello di ranking (nella classifica Censis il polo linguistico dell’ateneo triestino è al primo posto e Giurisprudenza al secondo), il passaparola tra studenti che viaggia attraverso i social, e, nel caso dell’area linguistica, il prestigio dato dall’essere la prima Scuola Interpreti d’Italia, fondata nel lontano 1953. I docenti strutturati che fanno capo al Dipartimento sono 60 (34 giuristi e 26 linguisti): «A questi si aggiungono docenze a contratto, spesso affidate a professionisti accreditati che garantiscono anche uno stretto legame con il mondo del lavoro», spiega la direttrice del Dipartimento Lorenza Rega, che sottolinea come «anche se nel corso degli anni si è assistito a una riduzione del corpo docente si è mantenuto un alto livello di ricerca, confermato dall’inclusione da parte del Miur tra i 350 Dipartimenti di eccellenza». A fare ricerca, oltre ai docenti, ci sono anche numerosi giovani contrattisti: molti tra i progetti di ricerca sono finanziati dall’Ue. Il Dipartimento ha un’anima prettamente femminile. Soprattutto nel suo polo linguistico, dove le studentesse sono circa l’80% del totale, ma anche, in percentuale più contenuta, a Giurisprudenza, «che fino a pochi anni fa - ci dice Eugenia Urso, rappresentante degli studenti al quarto anno di studi - era a prevalenza maschile». Le difficoltà di questo percorso, attestate da una percentuale d’abbandono degli studi al 36,6%, sono legate alla sua lunghezza quinquennale. «Ma per venire incontro ai più volenterosi a Trieste hanno ampliato il numero degli appelli - racconta la studentessa - e grazie a un accordo con l’Ordine degli Avvocati possiamo iniziare la pratica forense sei mesi prima della laurea: così si accelera l’ingresso nel mercato del lavoro». E’ bassissima la percentuale d’abbandono ai corsi di laurea di area linguistica: per frequentarli, ci conferma Sara Bucciarelli, rappresentante degli studenti al quinto anno della magistrale in Interpretazione di conferenza, serve tanta motivazione e tenacia, fin dall’inizio. «Mi sono trovata fin dal primo anno, con 39 ore di lezione a settimana, a vivere nella sede di via Filzi», racconta la studentessa, che è impegnata quest’anno per un gran numero di ore con la pratica nelle cabine d’interpretazione, che conta verranno presto sostituite perché piuttosto obsolete.

Un consiglio per chi volesse intraprendere questo percorso? «Per passare l’esame d’ammissione non sono sufficienti le conoscenze linguistiche date da un liceo, soprattutto per la lingua inglese - dice Sara -. Meglio pensarci per tempo, approfondirne la conoscenza e cimentarsi con le simulazioni d’esame proposte sul sito».

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