Lasciamo fare alla crisi e bisognerà imparare il tedesco

Sebbene l'Italia confini con Germania, Austria e Svizzera, lo studio del tedesco non è mai stato incentivato in maniera particolare. Svariati fattori ne sono complici: prima di tutto, la diffusione a...

Sebbene l'Italia confini con Germania, Austria e Svizzera, lo studio del tedesco non è mai stato incentivato in maniera particolare. Svariati fattori ne sono complici: prima di tutto, la diffusione a livello mondiale dell'inglese, diventata ormai una lingua internazionale, obbligatoria praticamente in tutte le scuole del mondo; in secondo luogo, lo scarso “appeal” che ha avuto e continua ad avere il tedesco nei giovani, sia per aspetti fonetici che culturali: spesso si vedono scene quasi patetiche, come persone che denigrano la cultura e la lingua tedesca solo perché a loro aliena e incompresa. La situazione non è certo aiutata dai media, in particolar modo da quelli italiani e dei paesi colpiti in maniera più pesante dalla crisi: sono infatti numerose le prime pagine che inneggiano all'”avversione” nei confronti della Germania, spesso resa colpevole della crisi economica, in particolare quella europea. Questo astio è rimarcato in particolar maniera dopo gli scontri calcistici (e non) internazionali: ritornano alla memoria molto facilmente le prime pagine del 29 giugno 2012, dopo la vittoria italiana in semifinale degli Europei. “Vaffanmerkel” e “Ciao ciao culona”, per citarne i peggiori, che mescolano il risultato calcistico al populismo economico di questi tempi.

Nonostante questi ultimi episodi, il trend ha subito a partire dal 2009 un brusco cambiamento: infatti sempre più studenti, italiani e non, decidono di intraprendere gli studi della lingua tedesca sia a scuola che nei vari “Goethe Institut” sparsi per l'Europa. I dati confermano, infatti, un aumento del 15% degli persone che studiano la lingua di Goethe sia per motivi lavorativi che personali; la maggioranza, se non la totalità di questi studenti che segue questo trend lo fa per assicurarsi un futuro più stabile al di fuori del Bel Paese. Non c'è da stupirsi se, tra i Paesi europei che hanno riscoperto la lingua tedesca, l'Italia e la Grecia sono quelli con il numero maggiore di studenti in uscita. La Germania si rivela essere un “miracolo” in Europa, in controtendenza per quanto riguarda la disoccupazione giovanile, in calo rispetto a vent'anni fa, e la crescita annua; questo sviluppo richiede, ovviamente, lavoratori, e i giovani europei non devono perdere quest'occasione. La conoscenza (anche basica) del tedesco risulta quindi fondamentale per riuscire a trovare un'opportunità in un' Europa tartassata dalla crisi, e i dati parlano chiaro: la lingua tedesca è la prossima Weltsprache, una lingua che unirà tutto il mondo, economico e non.

Lorenzo Pucali

Classe 2.a B

Liceo classico D. Alighieri

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