Morto Ernesto Illy, una vita per Trieste

Aveva 82 anni, ha portato l’azienda ai vertici internazionali nel settore caffè
TRIESTE
È morto Ernesto Illy, presidente onorario della «illycaffè» e padre di Riccardo, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia. Era uno degli industriali più noti della regione. Aveva 82 anni e da una decina di giorni era ricoverato all’Ospedale di Cattinara. Pochi, pochissimi ne erano a conoscenza. La situazione è precipitata ieri nella tarda mattinata e verso le 14 una crisi cardiaca gli è stata fatale.


I pochi che sono venuti subito a conoscenza della notizia, attraverso i telefoni cellulari, l’hanno diffusa in città. Ma ancora nel tardo pomeriggio alcuni, tra i protagonisti della vita cittadina, ignoravano quello che era successo. Tanto grande è stata l’emozione suscitata, visto il ruolo e il prestigio dell’anziano imprenditore, tanto scarni si sono rivelati infatti i dettagli della stessa notizia. La famiglia si è rinchiusa nel proprio dolore e nella propria riservatezza. Nessun commento, nessun particolare. Solamente l’ora del decesso e l’ospedale pubblico in cui è avvenuto. Non sono stati diffusi né il nome del reparto in cui Ernesto Illy era ricoverato, né chi fossero i medici curanti, né chi, tra i suoi cari, gli fosse accanto in quel momento. Nessuna indicazione nemmeno sul giorno del ricovero e sulla natura della malattia. Riservatezza innanzi tutto. Anche le esequie si terranno in forma strettamente privata, senza indicazioni pubbliche né del giorno, né dell’ora dell’ultimo addio.


La volontà dei familiari di adottare anche in questa tristissima circostanza un «profilo basso», rientra nell’usuale stile di vita della famiglia Illy: l’etica severa adottata prima da Pietro Valdo, poi dalla Riforma protestante. Ernesto ha speso tutta la vita e tutta la sua intelligenza per la sua azienda, per portare a livelli di assoluta eccellenza i prodotti che uscivano dallo stabilimento della zona industriale di Trieste. E ha avuto successo. Altri, di capacità infinitamente minori, avrebbero sgomitato, cercato ribalte, riflettori, microfoni e obiettivi. Lui no. Poche le interviste e tutte mirate. Pochi gli interventi pubblici. Quando parlava il brusio della sala si estingueva da solo.


«Ha dedicato la vita al perseguimento dell’eccellenza. Nell’etica, nella scienza, nella qualità, nell’impresa» si legge nello scarno avviso del suo decesso che in qualche modo riflette anche il suo rigore. In un recente intervento pubblico l’anziano imprenditore aveva spiegato come le imprese si sviluppano e riescono a restare sul mercato. «Chi entra nella concorrenza di prezzo - aveva sostenuto Ernesto Illy - sceglie una via a senso unico che porta, come descritto nei testi di economia, alla graduale scomparsa dei margini, fino all’eliminazione dell’impresa stessa. Chi invece ha reinvestito i suoi iniziali profitti in nuove attività di ricerca, potrà rispondere alla sfida dei competitori con un’altra innovazione. La statistica afferma che il 95 per cento delle imprese scompare nell’arco di trent’anni. Il restante cinque per cento sopravvive, grazie alla capacità di innovare continuamente e di comprendere che il Signore del mercato è il consumatore».

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