Il mare di Ragusa invaso dalla spazzatura proveniente da Albania e Grecia

Le analisi sulle origini e la portata dei rifiuti che hanno invado il porto vecchio di Dubrovnik

Andrea Marsanich
Le acque della splendida Ragusa invase dall’immondizia
Le acque della splendida Ragusa invase dall’immondizia

Il pluriennale problema della spazzatura che arriva ogni autunno nelle acque della Dalmazia meridionale, in primis a Ragusa (Dubrovnik), è stato analizzato a fondo da un team di studiose dell’Istituto raguseo del mare e della costa, gruppo guidato dalla docente Barbara Gangal Zovko. La questione è stata riattualizzata a fine novembre, quando il porto vecchio della città di San Biagio è stato invaso da una montagna di rifiuti, provenienti per la gran parte dall’Albania. Le ricercatrici dalmate, che hanno avuto il sostegno della Regione raguseo – narentana, hanno compiuto due monitoraggi dettagliati, relativi alle conseguenze dell’ormai tradizionale inquinamento che appare in presenza di sciroccate, andando a deturpare porti, spiagge e tratti di costa in questa porzione dell’Adriatico.

Il primo studio è stato compiuto tra l’aprile 2023 e il marzo 2024, il secondo ha compreso il periodo tra maggio 2024 e aprile 2025. «I nostri sforzi – ha riferito Gangal Zovko - hanno riguardato il porto storico di Ragusa e la vicina spiaggia di Posat. Nel primo anno di ricerche abbiamo evidenziato la presenza nel bacino portuale di 1.324 rifiuti e l’anno dopo di altri 600. A dominare sono stati i rifiuti di plastica, tra bottiglie, contenitori e altro materiale. A preoccuparci due anni fa è stato il rinvenimento di un telo di plastica lungo addirittura 57 metri e che galleggiava proprio di fronte ai plurisecolari bastioni. Abbiamo concluso che il porto storico, benché protetto, è diventato una specie di magazzino delle immondizie, che arrivano dallo stretto passaggio Kaše – San Giovanni».

A detta della studiosa, in due anni di monitoraggio la spiaggia Posat è stata messa a soqquadro da 2.046 rifiuti, per un totale di 160 chili. Le esperte hanno poi analizzato le scritte e le etichette della spazzatura, giungendo alla conclusione che i rifiuti sono arrivati non solo dall’Albania, ma anche dal profondo sud della Croazia, da Bosnia – Erzegovina, Italia, Montenegro e Grecia. «Il mare non conosce confini in ambito naturale – così Gangal Zovko – oltre ai rifiuti di dimensioni piccole, medie e grandi, abbiamo constatato tantissima microplastica, ormai onnipresente nella catena alimentare. La microplastica è stata rinvenuta all’interno dei mitili allevati nel Raguseo, nella misura compresa tra le 4,6 e le 38,5 particelle di plastica per grammo. Il nostro ecosistema sta subendo un impatto che potrebbe avere conseguenze devastanti». —

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