Dal fattore età alla tredicesima: scatta la riforma delle pensioni in Croazia
Via alla nuova legge: l’obiettivo principale è innalzare l’importo medio a 800 euro entro la legislatura

Portare l'attuale importo della pensione media, pari a 645 euro, almeno a quota 800 euro entro la fine dell'attuale legislatura. Questo l'obiettivo principale della nuova legge sul settore pensionistico approvata dal Parlamento della Croazia con 82 voti a favore e 34 astensioni.
Tra le principali novità della riforma, che scatta in questo mese, figura una nuova formula di adeguamento delle pensioni, che prevede un rapporto di 85 a 15 a favore dell'indice più vantaggioso, ossia tra l'andamento dei salari e l'inflazione. Viene inoltre introdotto un supplemento annuale permanente, la cosiddetta tredicesima, il cui importo - che il governo definirà ad ottobre - sarà moltiplicato per gli anni di contribuzione maturati.
Aumentano i contributi riconosciuti alle madri: per ogni figlio nato o adottato il periodo contributivo riconosciuto passerà da sei a dodici mesi, con un aumento stimato di circa il 3% per ciascun figlio sull’importo della pensione. A partire dal primo gennaio 2026 sarà abolita la penalizzazione per il pensionamento anticipato al compimento dei 70 anni, con un incremento medio dell’assegno di circa 60 euro. I pensionati potranno lavorare a tempo pieno mantenendo il 50% della pensione, mentre gli artigiani potranno continuare a lavorare dopo i 65 anni ricevendo metà dell’importo pensionistico previsto senza dover interrompere l’attività. Anche i titolari di assegno di invalidità potranno lavorare fino a tre ore e mezza al giorno, allineandosi in questo modo ai veterani di guerra croati che già godono di questa possibilità.
La legge riconosce inoltre nuovi diritti a categorie speciali di assicurati, come i genitori e tutori che si occupano di invalidi di guerra, affidatari e assistenti familiari, permettendo loro di mantenere il proprio status e ricevere metà della pensione al compimento dei 65 anni.
In merito agli incentivi per chi va in pensione più tardi, viene appunto riformato anche il sistema di bonus per chi sceglie di restare più a lungo nel mondo del lavoro, legando il beneficio esclusivamente all’età anagrafica e non più all’anzianità contributiva.
Infine, la riforma interviene anche sulle pensioni minime, che cresceranno del 3%, e su quelle d’invalidità, che aumenteranno in media di 75 euro. È stato approvato anche un emendamento del governo che riconosce 12 mesi aggiuntivi di contributi agli affidatari tradizionali o familiari con oltre dieci anni di attività.
Si può dire che la legge rappresenti una delle riforme pensionistiche più ampie degli ultimi anni in Croazia. Da un lato prevede aumenti concreti e maggiore flessibilità lavorativa per i pensionati, dall’altro incentiva il lavoro oltre l'età pensionabile.
Secondo i dati ufficiali, allo stato attuale i pensionati in Croazia ammontano a 1,23 milioni, mentre le persone attive nel lavoro sono 1,76 milioni. Circa 415.000 pensionati percepiscono meno di 400 euro al mese, mentre 74.000 sono sotto i 70 euro. Lo scorso anno il 37% delle persone over 65 era a rischio di povertà; e la categoria più fragile resta quella dei pensionati che vivono da soli: in questo caso la percentuale sale a quota 61,4%. —
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