Grotte di Postumia, il presepe vivente da record

Luci e musica, uno spettacolo da 90 minuti nelle grotte. La 34ª edizione è dedicata al cambiamento climatico

Stefano Bizzi
Il Presepe Vivente di Postumia
Il Presepe Vivente di Postumia

Gli angeli, i centurioni, i pastori, i magi, e, naturalmente i veri protagonisti della Natività: Giuseppe, Maria e Gesù. Viene presentato come una delle rappresentazioni natalizie più belle del mondo e se grazie ai giochi di luce, ai costumi, alle musiche e alle performance dei suoi interpreti è senza dubbio un appuntamento suggestivo, di certo c’è che il presepe vivente allestito all’interno delle Grotte di Postumia può contare sul palcoscenico sotterraneo più grande del pianeta.

La natività slovena si sviluppa su una lunghezza complessiva di 5 chilometri e le attività per il suo allestimento durano, di fatto, tutto l’anno; intensificandosi a partire da agosto.

Il tema del clima

Nato nel 1989, il presepe vivente è giunto ormai alla sua 34ª edizione e quest’anno il tema scelto è stato quello della salvaguardia del pianeta e della natura; un argomento che si sposa perfettamente all’ambiente ipogeo dove vive il proteo, l’unico vertebrato in Europa legato alla vita nel mondo sotterraneo.

«Salvaguardare il pianeta e preoccuparsi della situazione climatica significa allo stesso tempo occuparsi delle grotte. Perché alla fin fine, tutto quello che fa di male l’uomo in superficie, finisce poi nel sottosuolo. Il riscaldamento globale si ripercuote quindi anche sulle nostre grotte. Se si riscalda il pianeta, si riscaldano anche le grotte. Ciò significa che l’ambiente di vita cambia per tutti gli esseri viventi e questo non è certo positivo qui, così come non lo è in superficie», spiega il presidente del Consiglio di amministrazione delle Grotte di Postumia, Marjan Batagelj.

 

Tra colonne calcaree, stalattiti e stalagmiti, l’ambiente ricorda senza dubbio una cattedrale e l’immagine digitale di un rosone di luce proiettato sulla volta rafforza questa sensazione di sacralità, così come lo fanno gli angeli sparpagliati qua e là sui picchi di roccia illuminata. Il binomio grotta-natività qui si sviluppa all’ennesima potenza per affascinare tanto i bambini, quanto gli adulti. Da un’esibizione di 14 minuti con 12 attori in una sola location, la Natività slovena è cresciuta negli anni diventando uno spettacolo da 90 minuti che impegna oltre 100 persone.

Il progetto

In uno spazio estremamente delicato e, per certi versi, “ostile”, l’evento sotterraneo in programma dal 25 al 30 dicembre rappresenta una grande sfida in termini artistici, ma non soltanto. Per proporre le 18 scene bibliche – tra cui cinque esibizioni di canto e cinque esibizioni strumentali – gli organizzatori curano ogni dettaglio: dalla progettazione degli effetti luminosi e sonori a quella degli effetti speciali, dai costumi alle maschere, passando per le acconciature.

Esibirsi nelle grotte non è un’esperienza facile dal momento che la temperatura è di 10°C, il tasso di umidità è elevato e le posizioni in cui si vengono a trovare artisti e figuranti sono solitamente impervie. A ciò si deve poi aggiungere il gocciolamento continuo dell’acqua, il vero deus ex machina di questa magia sotterranea.

«Una delle maggiori sfide del Presepe vivente delle Grotte di Postumia – spiega Dragan Kiković, responsabile degli eventi – è riuscire a garantire la sicurezza delle persone che si esibiscono. L’ambiente delle grotte è complesso e particolare, per questo dobbiamo pianificare con precisione tutti gli aspetti dell’evento: dall’installazione del palco agli itinerari su cui si muovono gli artisti e i visitatori. Il nostro desiderio è di far sì che la manifestazione di svolga senza intoppi e che riesca a conquistare gli spettatori».

I protagonisti

I personaggi, tra cui i quattro “Giuseppe” e le sei “Maria”, vengono scelti a ottobre e il cast conta anche sui nomi di tre artisti di fama internazionale. Oltre all’interprete d’opera slovena Anea Mercedes Anžlovar, che si esibirà per la seconda volta a Postumia cantando l’Ave Maria sulla “Montagna”, ci saranno il tenore italiano Ivan Defabiani e la soprano giapponese Sumika Kanazawa. Il primo aprirà il percorso cantando The Lord’s Prayer ai piedi della “Grande Montagna”, la seconda lo chiuderà proponendo La principessa Mononoke nella “Sala dei concerti”.

«Mononoke è una fata molto spirituale, in questo brano canta la sua natura di luna e di terra», spiega Kanazawa, ricordando che il brano trasmette spiritualità in tutto il mondo. «È come una preghiera e in questo periodo è molto adatta», aggiunge la soprano evidenziando che l’atmosfera della grotta si adice perfettamente alla canzone. «Entrambi i brani sono speciali», ribadisce Defabiani notando che le famiglie gioiscono nel vedere il mix di luci e di musiche in una location così insolita come quella delle Grotte di Postumia . —

 

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