In duemila in piazza a Spalato: «Scarcerate i patrioti antiserbi»

I manifestanti chiedevano la liberazione dei 10 arrestati per aver impedito un evento della minoranza: braccia tese e slogan ustascia, città bloccata

Andrea Marsanich
La manifestazione di protesta organizzata sabato a Spalato
La manifestazione di protesta organizzata sabato a Spalato

Non è stata una adunata oceanica come nel 2001 a Spalato, con 100 mila persone a sostenere in città il generale croato Mirko Norac (poi condannato per crimini di guerra), ma comunque nella tarda mattinata di sabato a darsi appuntamento sono stati in 2 mila.

Gente accorsa sulla Riva a Spalato per dare sostegno ai facinorosi, incappucciati e mascherati, finiti in carcere per avere impedito lunedì sera si svolgesse la Serata del folklore serbo, in programma nella città di Diocleziano.

I manifestanti, quasi tutti reduci della Guerra patria e ultrà della Torcida – i tifosi dell’Hajduk Spalato calcio – hanno inoltre chiesto alle autorità l’immediata liberazione delle dieci persone colpite da un mese di carcerazione preventiva perché sospettate dei reati di comportamento violento e di lesa libertà di espressione dell’identità nazionale altrui.

La richiesta ha riguardato in special modo Petar Gojun, che aveva preso parte alla difesa della martoriata città slavone di Vukovar e che lunedì si era presentato nella sede del Comitato rionale spalatino di Blatine, cacciando anziani e bambini di una società artistico-culturale di Novi Sad (Serbia).

Con la scusa che i serbi non possono tenere manifestazioni culturali in novembre in Croazia perché è il mese quando vengono ricordate le tragedie di Vukovar e Škabrnja, con stragi compiute dai serbi ai danni delle popolazioni croate.

La città dalmata è stata blindata da un vero e proprio esercito di poliziotti, presenza che sicuramente ha calmato i bollenti spiriti dei manifestanti, circa 2 mila persone, che però hanno urlato a più riprese lo slogan ustascia “Per la patria pronti”, inneggiando al defunto presidente croato Franjo Tuđman, come pure allo scomparso Gojko Šušak, ex ministro croato della Difesa e capo riconosciuto della lobby erzegovese in Croazia.

Sono stati poi in tanti ad estendere il braccio a mo’ di saluto fascista (ustascia), cantando canzoni del controverso Thompson, i cui concerti scatenano le destre nel Paese. Durante i vari discorsi, c’è stato un comune denominatore: i croati, anche quelli che hanno combattuto piu di 30 anni fa contro i ribelli serbi e l’Armata popolare jugoslava, finiscono in carcere solo perché si battono per la propria patria e per l’identità nazionale.

Dopo la Riva, i partecipanti alla protesta si sono diretti verso il Palazzo di Giustizia a Spalato, chiedendo la scarcerazione in tempi rapidi di coloro che hanno preso parte al raid antiserbo.

Sulla falsariga di quanto accaduto a Spalato, venerdì sera a Zagabria un centinaio di balordi ha tentato di interrompere l’evento Giornata della cultura serba a Zagabria, gridando l’ormai trito e ritrito “Per la patria pronti”.

Gli aggressori hanno agito con il volto coperto e incappucciati, ma – a differenza di quanto verificatosi nella città dalmata – sono stati prontamente dispersi da un ingente spiegamento di polizia.

Il più noto dei deputati della minoranza serba al Parlamento croato, Milorad Pupovac, ha riferito che ormai tutte le iniziative dei suoi connazionali si svolgono alla presenza di numerosi agenti di polizia, a riprova di un clima che sta preoccupando sempre di più.

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