Vandali nei cimiteri del Capodistriano: profanate 110 tombe
Sepolture nel mirino tra le località di Škofije e Sveti Anton. La polizia ha avviato le indagini per risalire ai responsabili

Un’ondata di vandalismi nei cimiteri del capodistriano ha scosso la comunità locale durante le festività natalizie. La Polizia slovena lunedì ha reso nota in un comunicato la profanazione di oltre cento tombe tra le località di Škofije e Sveti Anton (Albaro Vescovà e Sant’Antonio, ndr), episodi oggetto di denuncia e al centro di indagini per risalire ai responsabili di gesti che offrono uno sconcertante affronto alla memoria dei defunti.
Le prime segnalazioni sono arrivate alla Polizia tra la giornata di Santo Stefano e sabato scorso. Nel cimitero di Škofije, a poche centinaia di metri quindi dal confine con l'Italia, ignoti si sono avvicinati a ben 79 tombe, danneggiandole, lacerando ornamenti e sottraendo oggetti funerari: la stima dei danni materiali, secondo una prima valutazione fornita dalle forze dell’ordine slovene, è di circa 15mila euro.
Nel vicino cimitero di Sveti Anton sono stati registrati oltre 30 casi analoghi, con danni causati agli elementi decorativi e agli oggetti lasciati in memoria dei defunti, stimati in altri cinquemila euro.
Nel complesso, quindi, il bilancio dei danni accertati riguarda oltre 110 tombe, con la possibilità che la cifra complessiva possa aumentare man mano che le famiglie verifichino lo stato delle sepolturee presentino ulteriori segnalazioni alle autorità. La profanazione ha riguardato in maniera indistinta tombe di defunti sloveni e di origine italiana.
La notizia ha provocato forte indignazione nella popolazione locale, soprattutto considerando l’ovvia importanza culturale e affettiva dei luoghi di sepoltura. I residenti, come riporta il quotidiano Primorske Novice, hanno espresso disappunto per l'accaduto, definito da molti come un’offesa al rispetto dovuto a defunti e famiglie. In passato si erano già avuti episodi simili di vandalismo contro cimiteri e spazi commemorativi nell'area.
Per i reati di ostruzione di un funerale e profanazione di tombe, secondo il codice penale sloveno, sono previste pene detentive fino a tre anni di reclusione.
Gli agenti della Polizia d'oltreconfine hanno eseguito in questi giorni sopralluoghi e altri accertamenti, avviando le indagini e invitando i cittadini a collaborare. Allo stato attuale, le forze dell’ordine stanno raccogliendo informazioni, testimonianze e denunce da parte dei locatari delle tombe per costruire un quadro più chiaro degli eventi e risalire così ai responsabili. La Polizia ha invitato ufficialmente tutti i proprietari di tombe nei cimiteri di Škofije e Sveti Anton a controllare lo stato degli spazi funerari dei propri cari e, in caso di anomalie o danneggiamenti, a segnalare tempestivamente l’accaduto alla stazione di polizia più vicina o contattando il numero di emergenza 113. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo






