A Fernetti una base per i container turchi

E' arrivata fino a Fernetti l'autostrada del mare Trieste-Turchia. La Samer Shipping ha infatti acquistato l'Adriatic Trans container e si delinea il futuro del terminal intermodale sul Carso come autentico retroporto di Trieste.

di Silvio Maranzana


TRIESTE
L’autostrada del mare Trieste-Turchia ora arriva fino a Fernetti e ciò è la più chiara dimostrazione di come il futuro del terminal intermodale sul Carso stia in una funzione di retroporto. È a Fernetti che dal primo novembre vengono scomposti o composti carichi da immettere o che provengono da quella che è la rotta marittima per traghetti ro-ro più affollata del Mediterraneo, quella appunto che unisce Trieste con Istanbul, con Ambarli nella Turchia europea, e con Cesme, porto di Izmir.


In questo modo Trieste ha acquisito nuovo lavoro sottraendolo in particolare a Milano e a Monaco di Baviera dove queste operazioni venivano svolte fino a due settimane fa. La Samer&co shipping infatti che svolge il ruolo di agente per i traghetti che stanno per passare in mano al fondo statunitense Kkr e da terminalista per il capolinea triestino di Riva Traiana ha infatti acquistato la società Adriatic trans container che a Fernetti operava semplicemente nell’ambito della riparazione, noleggio e vendita di container estendendone l’attività e ottenendo dallo stesso autoporto maggiori spazi: ai 6.000 metri quadrati scoperti e ai 1.500 nei magazzini, ne sono stati aggiunti altri 2.000 al coperto».


«Sono stati gli stessi vertici dell’autoporto a fare pressing perché venga avviata questa nuova attività - spiega Giorgio Maranzana, presidente del Terminal - anche perché noi stessi crediamo fortemente in un futuro di Fernetti come retroporto». Del resto qui da un paio d’anni l’Autorità portuale ha preso in affitto un’area dove possono sostare fino a un massimo di duecento Tir turchi in attesa di imbarcarsi che non hanno spazi sufficienti in riva Traiana dove non avrebbero potuto svilupparsi nemmeno le attività avviate dal primo novembre a Fernetti che sono essenzialmente quelle di «groupage» e di «consolidamento». «Groupage» nel commercio internazionale indica il tipo di spedizione che consiste nel riunire e raggruppare piccole partite provenienti da mittenti diversi di un determinato Paese per costruire un lotto da introdurre successivamente, con un’operazione che viene denominata «consolidamento», in una unità di carico: pallet, container, cassa mobile o Uld (unit load devices) che sono contenitori speciali per il trasporto aereo. «La disponibilità di spazi che ci è stata data a Fernetti - ha commentato Enrico Samer, amministratore delegato della società - ci permette di soddisfare esigenze sentite dagli stessi vettori turchi.


Ora però diventa essenziale trasferire nel Terminal una porzione di Punto franco per facilitare e rendere più veloci e convenienti una serie di operazioni e attivare una navetta ferroviaria dopo il completamento del collegamento ferroviario con il porto». Sono i due principali obiettivi indicati per Fernetti dallo stesso presidente dell’Autorità portuale Claudio Boniciolli il quale anche per questi motivi sta spingendo affinché l’Authority assuma il controllo del Terminal passando dall’attuale 6 per cento delle quote al 35-40 per cento e minacciando di servirsi in alternativa dell’autoporto di Sesana dinanzi alla titubanza da parte delle amministrazioni locali di cedere parte delle quote ora possedute. Un argomento questo che sarà per forza toccato anche nella seduta del consiglio di amministrazione del Terminal convocata per domani con all’ordine del giorno questioni esclusivamente tecnico-edilizie. Ma dopo una serie di polemiche che sembravano aver portato all’enpasse, mentre a 800 metri di distanza l’autoporto di Sesana è stato acquistato senza suscitare alcuna opposizione dal porto di Capodistria, ieri Maria Teresa Bassa Poropat, presidente della Provincia che detiene la maggioranza delle quote (36 per cento) ha rotto gli indugi annunciando per la prossima settimana una nuova convocazione dei principali soci «per una riunione che dovrà essere risolutiva».


«Mi auguro - ha commentato ieri Bassa Poropat - che tutti gli enti come del resto in maggioranza avevano già annunciato, rinuncino a una parte proporzionale delle loro quote a favore dell’Autorità portuale. Se malauguratamente non dovesse essere così - ha aggiunto - faremo la conta e porteremo comunque a termine l’operazione». Dicendosi d’accordo sulla richiesta di Boniciolli e sulle dichiarazioni del sottosegretario al commercio internazionale Milos Budin («le amministrazioni devono pensare al bene della città e non al loro potere»), Bassa Poropat ha concluso: «Avevamo tutti entusiasticamente affermato che la stagione dei veti incrociati che paralazzivano la città era state sepolta. Cerchiamo di non farla rinascere».

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