A Monfalcone arriva Lorenza, la “voce amica” per chi è positivo al Covid

MONFALCONE Si potrebbe definire un “facilitatore” nel periodo del Covid-19. Perché quando si è confinati in casa, in isolamento fiduciario oppure in quarantena, impossibilitati perfino ad andar in farmacia a prendere quello che nei vecchi film le donne chiamavano “cachet”, un analgesico, davvero sarebbe utile avere a disposizione un aiuto. Qualcuno che suggerisce cosa e come fare per uscire da un’impasse. Il negozio da chiamare per riceve la spesa se si è soli e nessun’altro può farlo. Come ottenere il certificato di malattia. Dove rivolgersi per un servizio.
C’ha pensato il Comune per i suoi cittadini positivi al coronavirus: tutto questo e altro ancora, in termini per esempio di aiuto morale o incoraggiamento psicologico, lo farà infatti da lunedì l’assistente, incaricata dall’ente, Lorenza Zacchigna, 43 anni. Lei avrà il compito di compiere una ricognizione sui nominativi degli infetti, verificare non siano già in contatto con altri servizi e, nel caso, entrare in comunicazione telefonica con loro per mapparne i bisogni, fornire indicazioni, capire come può l’amministrazione aiutare. Insomma, una voce amica per chi ha il Covid.
«Ho pensato – spiega il sindaco Anna Cisint supportata nell’operazione dall’assessore alle Politiche sociali Michele Luise – che in una città di dimensioni come la nostra vi potessero essere, a differenza dei paesi più piccoli dove tutti si conoscono, delle persone in difficoltà, che non vengono intercettate nelle loro necessità. In particolare se si tratta di anziani autosufficienti. Per questo abbiamo allestito un nuovo tipo di supporto». Come si concilia con la privacy? «Il Comune – spiegato al dirigente Paola Tessaris – detiene i dati sanitari per fini istituzionali propri, nell’ambito dell’assistenza alle persone, una competenza diretta. L’incaricata, in questo caso, agisce su promanazione dell’ente ed è, ovviamente, tenuta al segreto, relativamente alle condizioni di salute dei cittadini e ai loro dati». A ogni modo, a introduzione della comunicazione telefonica, tesa appunto a tracciare i bisogni di una persona che può trovarsi in difficoltà, ci sarà la lettura di un breve testo per inquadrare lo scopo della chiamata e questioni inerenti la privacy, nel caso in cui il cittadino non ritenesse di proseguire o non fosse interessato al servizio la telefonata si concluderebbe lì. «Le informazioni – conclude Cisint – potrebbero essere preziose nel tempo per intercettare nuovi bisogni e nuove forme di sostegno». –
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