A Monfalcone i musulmani avranno il loro cimitero

A Trieste, città pluriconfessionale e da sempre molto laica, i cimiteri “non cattolici” sono sei. A Monfalcone il futuro non sarà troppo diverso. Il Piano regolatore cimiteriale, di cui il Comune si dovrà dotare entro tre anni come stabilito dalla legge regionale, prevederà uno o più spazi nel cimitero di via 24 Maggio destinati alle persone di fede non cattolica, ma anche agli atei o agli agnostici.
«Crediamo si tratti di un atto di civiltà, come l’aver previsto nel nuovo regolamento di Polizia mortuaria la possibilità che due conviventi possano essere sepolti nella stessa tomba di famiglia», afferma l’assessore ai Servizi tecnici Paolo Frittitta che l’altra sera ha portato all’esame del Consiglio comunale le nuove disposizioni in materia. La scelta del Comune, che sarà appunto definita con il Piano regolatore cimiteriale, è in ogni caso una presa d’atto della profonda modificazione sociale subita da Monfalcone nell’arco degli ultimi 20 anni. In città gli stranieri sono ormai il 17,6% della popolazione totale e i residenti di fede musulmana oltre duemila: persone che almeno in parte hanno messo radici e che con tutta probabilità non lasceranno Monfalcone, dove sono nati i loro figli.
Le comunità straniere sono molto giovani, e per questo il problema legato alle sepolture finora non si è posto se non in rarissimi casi, ma la situazione è fatalmente destinata a modificarsi in futuro. Il Comune, quindi, si sta attrezzando per rispondere alle diverse esigenze della comunità. Stando agli stessi precetti della propria religione, è ritenuto preferibile che ogni musulmano sia sepolto vicino a dove è vissuto e non sia trasportato in un altro luogo o Paese per evitare l’imbalsamazione del corpo. Nell’Islam è inoltre vietato cremare i morti o seppellirli sopra la terra. Il nuovo regolamento di Polizia mortuaria, elaborato dall’assessore Frittitta assieme ai suoi uffici dopo un lungo confronto con i portatori di interesse e le commissioni Salute e Organizzazione amministrativa, rette rispettivamente da Marina Turazza e Giovanni Iacono, intanto fornisce una risposta immediata ad alcune esigenze molto sentite. «Si tratta non solo della possibilità per due conviventi di non essere separati dopo la morte, perché non sposati - afferma Frittitta, che ha ringraziato i suoi uffici e i presidenti delle commissioni per gli “stimoli” forniti -, ma anche di quella di cointestare le concessioni cimiteriali o di disperdere le ceneri in natura», sul Carso, appena alle spalle della città, o nel golfo di Panzano. Cosa che sarà consentita ma con qualche “paletto”: basterà tenersi ad almeno 400 metri di distanza dall’abitazione più vicina, se ci si trova a terra, e ad almeno 200 metri dagli stabilimenti balneari. La legge regionale stabilisce comunque anche che almeno in un cimitero comunale (e a Monfalcone ce n’è solo uno) sia anche creato uno spazio per la dispersione delle ceneri. Nel cimitero sarà inoltre previsto uno spazio per il ricordo delle persone che hanno scelto la dispersione in natura da parte di congiunti o amici. Si darà inoltre la possibilità di essere sepolti nella città di origine anche agli anziani ricoverati fuori comune o a chi se n’è andato da oltre cinque anni.
L’atto, approvato all’unanimità, ha messo davvero tutti d’accordo l’altra sera. «Davvero, riuscite a fare cose più soddisfacenti per i morti che per i vivi a Monfalcone», ha ironicamente affermato il capogruppo della Lega Nord Federico Razzini, rivolgendosi all’amministrazione comunale.
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