A Rabuiese ha chiuso l’outlet di Benetton

Nel Muggesano “saltate” 9 attività su 210. L’assessore Decolle: «Impegnati nella sburocratizzazione»

MUGGIA. L'outlet Benetton di Rabuiese ha tirato giù la saracinesca. Da giorni il negozio era rimasto chiuso al pubblico. C'era chi aveva prospettato lavori di rifacimento dello spazio commerciale. Invece ieri è giunta l'ufficialità: il negozio è stato dismesso. Con quella di Benetton le attività commerciali che hanno chiuso i battenti a Muggia nell'anno in corso sono in totale 16 su un totale di 210. In realtà la loro chiusura non ha sempre coinciso con quella della ditta e quindi anche l’ipotetico 7% scema poiché solamente in 9 casi - il 4% circa - i due fattori hanno combaciato, mentre nella maggior parte delle cessazioni si è visto il verificarsi di modifiche di ragioni sociali oppure la sostituzione in attività similari. Tra i casi concreti trova effettivamente spazio l’outlet Benetton di Rabuiese oltre ad altre otto realtà. Per quanto concerne il centro storico, si può ricordare il negozio di prodotti tipici siciliani, la cartolibreria di corso Puccini e il negozio di fiori Il Girasole, chiuso dopo la recente scomparsa della titolare Cristina Pranzo. Da rimarcare comunque che ci sono state anche delle nuove aperture. Tra queste, per quanto concerne il centro storico, la più recente è stata quella del negozio di detersivi di via Dante, ma non si può dimenticare quella, nello stesso giorno, del negozio di via di Stramare.

Il commercio al dettaglio si concentra prevalentemente nel centro città e, in questo senso, ma si sono andati perdendo i piccoli negozi di alimentari specifici. Non sono comunque spariti completamente i negozi di vicinato quali panetterie, macellerie e fruttivendoli ma ovviamente i diversi supermercati sul territorio (pur rispondendo a catene nazionali sono gestiti da risorse umane locali) hanno dato risposta a esigenze diverse in singoli esercizi. «Bisogna anche considerare che non esistendo più contingenti sotto i 400m², al Comune non restano grandi strumenti per disciplinare la materia non potendosi imporre», ricorda l'assessore al Commercio Stefano Decolle. Anche per quanto concerne le grandi distribuzioni, l’approvando Piano regolatore ha confermato in linea di massima l’assetto preesistente e questo anche alla luce della vigente crisi economica. «Non mi preoccupano le grandi distribuzioni, che hanno a disposizione gli strumenti e le professionalità quali avvocati e ingegneri per tutelarsi e perseguire i propri fini - prosegue Decolle - ma piuttosto la microimprenditorialità. E ciò che viene richiesto ora è di starvi vicino perché ci sono percorsi burocratici insostenibili, sia sul piano della sostenibilità economica sia su quello della presunzione di conoscenze specifiche che si realizzano come necessarie per poter intraprendere questi percorsi». Decolle ha chiarito infine come l’Ufficio commercio sia fortemente impegnato, in tal senso, «per cercare di sburocratizzare per quanto possibile ogni iter e far fronte a qualsiasi formalismo o lungaggine si prospetti quale inutile nemico di qualsiasi nuova iniziativa. Anche il commercio deve sapersi trasformare in base ai tempi, al territorio e alla domanda, per rispondere nel miglior modo possibile, pur mantenendo inalterata la propria natura, e aprirsi così a nuovi orizzonti».

Riccardo Tosques

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