A rischio processo il titolare del Colonial

Si chiama Tommaso Centazzo, 33 anni, gestore e titolare del Colonial Super Club, il disco bar di via Canalpiccolo. È finito nei guai in seguito a un’accesa discussione con un dipendente della Amt, la concessionaria del servizio di gestione della sosta a pagamento delle auto in piazza Ponterosso.
Ma anche per aver scritto una nota di protesta alla stessa Amt in cui, secondo gli accertamenti disposti dal pm Massimo De Bortoli, ha ricostruito la vicenda «in modo non veritiero e diffamatorio». Dunque assolutamente falsa.
Dobbiammo risalire al 17 dicembre 2012. Secondo quanto emerge dall’avviso di conclusioni delle indagini preliminari che prelude la richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm Massimo De Bortoli, nel pomeriggio di quella giornata Centazzo era stato notato alla guida della propria vettura in sosta con il motore acceso nell’area di Ponterosso.
Un dipendente della Amt, Lars Oliver D’Ambrogio, lo aveva invitato a spegnere il motore. Lo aveva fatto più volte. Ma il conducente gli aveva risposto negativamente, dicendogli di non averne nessuna intenzione «in quanto stava ricaricando il proprio cellulare».
Il posteggiatore lo aveva nuovamente invitato, invano. Così il parcheggiatore D’Ambrogio, dopo essersi messo in contatto con la sala operativa, aveva preannunciato un intervento da parte degli agenti della Polizia locale per convincere l’automobilista riottoso.
E qui erano iniziati i guai. Perché Centazzo è uscito velocemente dall’auto e, secondo l’accusa, ha violentemente spintonato il posteggiatore affermando - si legge nell’atto giudiziario - «di essere titolare di una famosa discoteca e che conosceva molti appartenenti delle Forze dell’ordine». Insomma, è passato alle vie di fatto.
Quindi Centazzo ha preso il suo cellulare, simulando di chiamare in aiuto qualcuno di importante. Che a suo dire avrebbe risolto la questione.
Non solo: ha anche detto al posteggiatore che lo avrebbe denunciato, accusandolo di avergli piazzato una testata. Fatto, come poi appurato dagli agenti intervenuti, non vero. Infine il giorno seguente l’indagato ha scritto una lettera accusando il dipendente della Amt di situazioni non ritenute vere. Nel procedimento sarà assistito dall’avvocato Andrea Di Roma. (c.b.)
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