A settembre la scelta del nuovo direttore

Nessuno affiancherà Calenda. Per ora. Il nome del nuovo direttore del Rossetti non arriverà prima di settembre. «Non ce la facciamo. A causa del periodo di ferie non si riesce a riunire un consiglio di amministrazione al completo. Dovrei riuscire a farcela per il primo settembre» spiega il presidente Milos Budin che, a suo modo, si era impegnato a nominare entro agosto il successore di Antonio Calenda (il suo mandato quasi ventennale scade il 30 settembre).
Non è detto che però la fumata bianca arrivi alla prima riunione. «La rosa dei nomi (oltre 70 le candidature arrivate al teatro) è stata ristretta a cinque nomi: l’attore superstar Franco Branciaroli ( responsabile artistico del Ctb di Brescia fino al 31 dicembre 2015), il drammaturgo e regista Furio Bordon (già alla guida dello Stabile e più di recente a Mittelfest), il regista triestino Franco Però (socio del Teatro Festival di Parma), Ivano Vernelli (ex direttore amministrativo della Contrada di Trieste e ora alla guida dello Stabile di Verona) e Massimo Navone (direttore della scuola d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano). La scelta del consiglio di amministrazione dovrà però ora fare i conti con il decreto diventato legge il 19 agosto sia nel caso il Rossetti diventi teatro “nazionale” sia teatro “di rilevante interesse culturale”. In entrambi i casi, si legge nel decreto, «il direttore del teatro può effettuare prestazioni artistiche per il massimo di uno spettacolo ivi rappresentato e non può svolgere attività manageriali, organizzative, di consulenza e prestazioni artistiche presso altri organismi sovvenzionati ai sensi del presente decreto nel campo del teatro». E questo per il periodo di tre anni. Una limitazione che taglia fuori da subito il nome prestigioso di Branciaroli presente già nei cartelloni 2014-2015 con “Dipartita finale” (attore e regista) e pronto a fare il 34.o spettacolo con Luca Ronconi (“Lehman Brothers”).
Ma il decreto chiede anche l’adeguamento degli statuti degli ex teatri stabili. «La durata minima degli organi statutari non può essere inferiore a tre anni e superiore a cinque e gli stessi possono essere confermati per non più di una volta. Tali criteri sono valevoli, altresì, per l’incarico e la conferma del direttore del teatro». Non sarà possibile per nessuno, insomma, battere il record di Calenda ai vertici del Rossetti dal 1996. (fa.do.)
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