A Trieste emporio della Caritas in aiuto a 1300 persone

I soldi non bastano più. Il 56% dei bisognosi è costituito da famiglie triestine in difficoltà già a metà mese. Parte una raccolta alimentare
Lasorte Trieste 27/03/13 - Via Chiadino 2, Inaugurazione Emporio della Solidarietà,
Lasorte Trieste 27/03/13 - Via Chiadino 2, Inaugurazione Emporio della Solidarietà,

Un fiume carsico, capace di scorrere in profondità, lontano dalla vista, riapparendo in superficie con forza e all’improvviso. La crisi economica sta assumendo una natura sempre più liquida e trasversale, raggiungendo anche quelle fasce della popolazione che, fino a qualche tempo fa, sembravano essere al riparo dai suoi morsi. È l’osservatorio della Caritas diocesana, in questo senso, a fornire i dati più emblematici, a poco più di un anno dall’apertura dell’Emporio della solidarietà, il supermercato di via Chiadino che si rivolge alle persone in stato di bisogno, segnalate dai servizi sociali delle Uot, le Unità operative territoriali del Comune di Trieste, e dalle realtà parrocchiali.

«Sono quasi 500 i nuclei familiari che hanno avuto accesso all’Emporio in questo primo anno di attività», spiega il neodirettore della Caritas don Alessandro Amodeo. Si tratta di quasi 1300 persone, tutte residenti a Trieste, che vanno a comporre una nuova geografia del disagio. «Il 56% del totale è composto da italiani – continua don Amodeo – e la percentuale sale al 63% se si considerano le persone provenienti dall’Unione europea. Chi viene dai Paesi extra Ue, oramai, è in minoranza. Molte di queste persone risultano occupate, ma hanno difficoltà ad arrivare alla terza settimana del mese».

La collaborazione con i servizi sociali sembra avviata in una direzione positiva, anche se la parte del leone, per quanto riguarda gli invii degli utenti, la fanno le undici parrocchie coinvolte, alle quali si rivolgono principalmente gli italiani, e il Centro d’ascolto della Caritas stessa.

L’analisi di don Amodeo assume i contorni del grido d’allarme quando, nel motivare la necessità di una nuova giornata dedicata alla Raccolta alimentare, racconta la grande assente in tutta questa vicenda: l’Europa. «I fondi stanziati dall’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura sono fermi al 31 dicembre 2013 – precisa - . Nel 2014 la cifra destinata dall’Europa al nostro Paese è scesa da 109 a 80 milioni di euro ed è stata assegnata, diversamente dal passato, al cosiddetto Fead, il Fondo di aiuti europei agli indigenti».

La modalità di utilizzo di questi fondi è a discrezione di ogni singola nazione e l’Italia, in questo senso, sembra ancora ferma al palo, sorpassata persino dalla Grecia, che a marzo ha iniziato a erogare queste risorse alla propria rete sociale di riferimento.

«Sono 34000 le realtà italiane, fra Caritas, Banco alimentare, servizi di accoglienza e parrocchie – conclude don Amodeo – ad attendere questi aiuti, per dare ossigeno a quei servizi destinati a chi attraversa dei seri momenti di difficoltà. La Fondazione CRTrieste ci viene incontro coprendo quasi la metà dei costi dell’Emporio e a essa si aggiungono diverse altre aziende triestine. Ma non basta. Gli stessi supermercati, piuttosto di regalare la merce in scadenza, scelgono la politica dei prezzi ribassati, segno evidente dei tempi che stiamo attraversando. Per questo chiediamo aiuto anche ai cittadini comuni, invitandoli a prendere parte alla Raccolta alimentare del prossimo 24 maggio, donando una spesa in uno dei 12 supermercati che hanno aderito all’iniziativa, o mettendosi a disposizione per dare una mano nella gestione della raccolta stessa».

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