A Zampi l’interim in Procura dopo la partenza di Mastelloni
il caso
Sarà Carlo Maria Zampi, fino all’altro ieri sostituto procuratore generale della Corte d’Appello, a reggere ad interim le redini della Procura della Repubblica di Trieste. Il suo predecessore, Carlo Mastelloni, ha terminato il mandato lo scorso 21 aprile, dopo sei anni a Trieste e una carriera da magistrato lunga più di quarant’anni. Zampi subentra al suo posto su nomina del procuratore generale della Corte d’Appello Dario Grohmann. Rimarrà in carica in attesa che il Consiglio superiore di magistratura designi, sembra non prima di settembre, il nuovo procuratore della Repubblica in seguito all’interpello pubblicato negli scorsi mesi proprio in vista del pensionamento di Mastelloni. Al bando ha partecipato anche lo stesso Zampi.
Quest’ultimo, che dovrà affrontare sfide non da poco, come le indagini sulle case di riposo legate al Covid-19, è arrivato nel 2011 a Trieste, dove ha ricoperto da subito il ruolo appunto di sostituto procuratore generale in Corte d’Appello. Classe 1959, originario di Viterbo, precedentemente è stato in Corte d’Appello a Bologna e Catanzaro, in Tribunale a Orvieto, nella Procura di Terni e nella Pretura di Cittadella. In passato, circa 20 anni fa, ha fatto parte anche dell’Ufficio indagine della Federcalcio, prima che in questo ambito venissero meno gli incarichi dei magistrati. In qualità di pubblica accusa nel processo d’Appello, aveva seguito il caso di Ornella Muti, indagata per aver cancellato nel 2010 uno spettacolo al Teatro Verdi di Pordenone, sostenendo di essere ammalata e inviando un certificato medico, mentre in realtà si trovava a una cena di gala con Putin in Russia. La Corte di Appello di Trieste nel 2017 aveva condannato l’attrice romana a sei mesi di reclusione e 500 euro di multa per il reato di tentata truffa aggravata e falso. Sentenza questa confermata dalla Cassazione lo scorso anno. La sospensione condizionale della pena è stata subordinata al pagamento di una provvisionale di 30 mila euro al Teatro Verdi di Pordenone, vittima del suo comportamento. All’inizio degli anni Novanta, in Umbria, Zampi era stato anche, come sostituto procuratore, titolare di un’importante inchiesta che venne definita la Tangentopoli ternana, poiché vide coinvolti diversi politici di Terni. —
b.m.
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