Aas2 condannata «È antisindacale»

Il Tribunale di Gorizia ha condannato l’Azienda sanitaria Isontino Bassa friulana al pagamento delle spese legali riconoscendone la condotta antisindacale. Con ciò a fronte della revoca, ritenuta “tardiva”, dell’accordo assunto dalla Direzione aziendale a fine 2018 con il solo sostegno di una parte minoritaria dei sindacati di categoria, rappresentanti il 27%. La sentenza è stata pronunciata lo scorso 31 luglio dal giudice del lavoro, Barbara Gallo, rispetto al ricorso presentato dalle Organizzazioni sindacali dei medici Aaroi Emac, Anaao Assomed, Anpo, Cimo Fesmed, Snr (Fassid), Cgil Fp, chiamando in causa il mancato rispetto delle disposizioni contrattuali e dei Regolamenti aziendali. La questione riguarda la gestione dei fondi contrattuali dei dirigenti medici, l’impiego delle risorse residue e la definizione di schede di valutazione del personale medico. È un fronte compatto quello portato avanti dalle sei sigle sindacali, con segretari aziendali Francesco Leone Sossi, Massimiliano Tosto, Franco Gherlinzoni, Renato Basile, Lorenzo Bison e Calogero Anzallo, a questo punto in attesa della prossima riunione con l’Azienda prevista il 19 agosto.
I segretari hanno osservato: «La revoca avvenuta a luglio 2019 degli accordi assunti a fine dicembre 2018, è evidenza di contradditorietà e debolezza dell’operato direzionale». Si rivolgono alla Regione: «Il nuovo governo regionale ha spesso ribadito il valore e l’importanza, in un’organizzazione complessa come la sanità, dei dirigenti che dispongono delle conoscenze indispensabili dell’esercizio dell’attività. Spiace rilevare come questo riconoscimento e positiva collaborazione, si basi, in Aas2, unicamente in saltuarie parole, alcune promesse e impegni verbali, per lo più smentiti dalla pratica. Infatti, a 2019 inoltrato, si discute ancora di accordi concernenti il 2018». I sindacati ritengono «che questo tipo di gestione non rispecchi i valori e la mission proprie del lavoro sanitario, compromettendo la fiducia dei dipendenti ed il clima interno. Ciò si traduce in demotivazione dei giovani colleghi a venire a lavorare in Aas2 e perdita del senso di appartenenza, come evidenziato da diversi anche fra i più esperti che preferiscono trasferirsi altrove ricorrendo alla rescissione del proprio contratto di lavoro a tempo indeterminato». Parlano di «motivi alla base, assieme ad altri di tipo più generale, della continua carenza di medici aziendali che però, si osserva, hanno consentito alla Direzione negli ultimi anni di chiudere sempre il bilancio in attivo». Parole forti dai sindacati: «È un andamento che compromette la sicurezza e la qualità delle cure per i cittadini, oltre alla sicurezza ed il mantenimento della qualità del lavoro degli operatori». E, ancora, «i ripetuti cambi a livello di alta direzione non hanno giovato al miglioramento quantitativo e qualitativo delle performance, ma hanno ancora più “ingessato” l’attività aziendale». I sindacati lanciano un appello: «Chiediamo ai vari livelli del sistema regionale una gestione aziendale all’altezza dei rilevanti problemi dell’Aas2, con il giusto spazio per il confronto e la valorizzazione della dirigenza medica, il cui contributo è imprescindibile per una corretta gestione della salute pubblica basato su evidenze e indicatori. Richiediamo il rispetto del Contratto di lavoro per condividere scelte efficaci e razionali».—
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