Addio a Berdon storico avvocato della minoranza

È mancato in questi giorni l’avvocato Bogdan Berdon, nota figura del mondo del diritto e protagonista, nell’arco della sua lunga carriera, di numerose battaglie a tutela della minoranza linguistica slovena e dei diritti della popolazioni del Carso, soprattutto nei difficili anni del dopoguerra.
Nato a San Giuseppe della Chiusa nel 1930, figlio di un operaio del porto, che combatté assieme ai partigiani nella fase finale del conflitto, fu prelevato giovanissimo assieme alla sorella da parte della famosa banda Colotti e portato nel carcere di via Cologna. A causa del trattamento al quale fu sottoposto perse l’uso di una mano, ma il fatto non lo scoraggiò e portò avanti gli studi, diplomandosi nel ’50 a Postumia, per poi iscriversi a Giurisprudenza a Lubiana.
Sospettato di essere un informatore a favore dell’Unione sovietica, fu arrestato in Jugoslavia. Scarcerato, si iscrisse all’Università di Trieste per completare il ciclo di studi e ottenne la laurea nel ’57, completando successivamente il tirocinio e superando l’esame di Stato per diventare avvocato. Fu il legale di numerosi proprietari di terreni sul Carso che volevano difendersi dalle operazioni di esproprio e di chi intendeva affermare i propri diritti nell’uso della lingua slovena. Riuscì anche a far iscrivere alla Federazione italiana sport invernai (Fisi) l’Associazione alpinistica slovena, dopo una lunga battaglia legale. Fu il difensore di Samo Pahor nella lunghissima vertenza che vide quest’ultimo opposto alla pubblica amministrazione per poter ottenere il diritto all’uso della lingua slovena. Fra le altre cose fu il titolare di una rubrica radiofonica su Radio Opcine, nel corso della quale dava consigli legali. —
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