Addio a Lino Felician Fu partigiano “bianco” e rimase ferito in guerra
Si è spento serenamente alla soglia dei 95 anni Lino Felician, figura conosciuta nel mondo dell’associazionismo triestino, dove ha svolto fervente attività nel corso degli anni. Si ricorda l’Associazione volontari per la libertà, l’Associazione dei mutilati di guerra, l’Associazione nazionale autieri, l’Associazione filatelica triestina, il Collegio dei ragionieri e periti commerciali.
Felician era nato a Trieste nel 1924 da genitori istriani e si era diplomato ragioniere all’Istituto tecnico da Vinci durante la guerra. Il bombardamento della città del 10 giugno 1944, a opera dell’aviazione alleata, distrusse l’abitazione della sua famiglia in via Negrelli. Poco più che ventenne militò nelle formazioni partigiane, riportando ferite di guerra e descrivendo questa sua esperienza di guerra nel libro “Un anno all’inferno”. Nel dopoguerra aveva cominciato a lavorare nell’organizzazione militare alleata, per essere poi assunto all’Inam (istituto nazionale per l’assicurazione contro le malattie), dove aveva percorso una lunga carriera essendosi congedato come dirigente.
Negli anni della pensione aveva aperto uno studio di commercialista in via Machiavelli, tuttora attivo con il figlio Lorenzo. Appassionato collezionista, conoscitore della storia di Trieste e del dialetto triestino, amante dei viaggi e delle culture lontane, lascia la moglie, due figli e cinque nipoti. L’altro figlio, Leonardo, “normalista” a Pisa dove si è laureato in fisica, è un conosciuto manager nel campo delle assicurazioni e dell’informatica, materie sulle quali ha svolto attività di docenza a contratto nelle Università di Udine, Trieste, Pisa, Milano Cattolica. —
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