Addio a Richetti, fu rabbino capo a Trieste per dieci anni dal 1979

La Comunità ebraica in lutto. Il presidente Salonichio: «Ha lasciato un ricordo indelebile. Aveva un profondo rispetto per le tradizioni» 

il ricordo



Anche la Comunità ebraica di Trieste piange la scomparsa di Elia Enrico Richetti, rabbino capo a Trieste dal 1979 al 1989, scomparso il giorno di Pasqua dopo un malore che lo aveva colpito alla vigilia.

Persona di grande valore morale, nel 1980 era stato cooptato nel consiglio dell’assemblea dei Rabbini d’Italia, come segretario e tesoriere, incarico che aveva mantenuto per ben ventisette anni. Dal 2010 era stato presidente della stessa assemblea. Dal 1983 al 1991 era stato anche membro della Consulta rabbinica italiana e del Consiglio dell’Unione delle comunità ebraiche d’Italia. Nato a Milano nel 1950, era diventato capo rabbino del capoluogo lombardo proprio dopo aver terminato il suo incarico a Trieste. Il capoluogo Fvg ha rappresentato una tappa importante anche della sua vita privata: è qui in fatti che è nata sua figlia. Richetti era stato anche rabbino capo di Venezia, rabbino di Vercelli e di Merano, rabbino di riferimento per le Comunità di Verona e di Napoli, e negli ultimi anni rabbino della Sinagoga di via Eupili a Milano.

Dando notizia della sua scomparsa, il presidente Alessandro Salonichio a nome del Consiglio della Comunità ebraica di Trieste, ha sottolineato come Richetti abbia «lasciato un ricordo indelebile in gran parte di noi che siamo stati suoi studenti. Alla Comunità di Trieste era rimasto fortemente legato continuando a mantenere saldi i legami di amicizia e, sovente, anche di collaborazione. Ma lo vogliamo ricordare soprattutto perché è stato il rabbino che ci ha insegnato a maturare la nostra coscienza ebraica. Di lui non scorderemo la cultura, non solo ebraica, il profondo rispetto per il mantenimento delle tradizioni locali e dei canti liturgici delle numerose Comunità presso le quali ha svolto il suo lavoro». Tra le doti di colui che guidò spiritualmente la comunità ebraica locale, il presidente evidenzia «la straordinaria memoria che, attraverso i numerosi aneddoti che era solito raccontare, lo rendeva un personaggio affascinante e capace di cogliere l’aspetto istruttivo, talvolta anche ironico, delle vicende più serie». Richetti lascia la moglie Enrica e i figli Ishai e Nurith. —

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