Addio a un mito dei locali anni ’80 di Trieste: morto a Tenerife il ristoratore Sossi

Noto per aver fondato l’Obelix e aperto il negozio Coloratissimo. Da 25 anni viveva alle Canarie

TRIESTE Era un’icona della ristorazione triestina, conosciuto in città dopo aver avviato negli anni Ottanta con alcuni amici il locale Obelix, il primo dove si poteva mangiare fino a tardi. Mauro Sossi – per gli amici Fofo, Mauretto o Mauro esplosion – si è spento nei giorni scorsi nella sua casa di Tenerife, dopo una malattia che lo aveva colpito otto mesi fa.

Classe 1951, si era trasferito alle Canarie 25 anni or sono, per staccare la spina dal mondo giuliano, dove era nato e vissuto. Sull’isola aveva prima aperto un ristorantino e poi si era dedicato all’agricoltura, una delle sue tante passioni. La casa di Sossi «era diventata il refugium peccatorum dei tanti suoi amici triestini – racconta l’amico Pierpaolo Segrè – che da lui andavano per rigenerarsi».

Ma prima di trasferirsi di fronte al Marocco, Sossi aveva fatto storia nella sua terra natia. Figlio di un maresciallo della Polizia, aveva deciso di dedicarsi alla ristorazione, assecondando la sua innata dote di riuscire a riunire le persone. «Conosceva tanta gente – racconta Segrè – e io l’avevo conosciuto nel suo primo locale: il Piccola Roma, a San Giacomo, che aveva aperto con Marino Divich. Erano gli anni Ottanta e c’era tanta vita. Il suo era un locale innovativo per l’epoca: di giorno ospitava le persone della casa dei “picchiatelli”, come li chiamavamo noi, cioè di Basaglia, per il servizio di ristorazione esterno, e di sera si trasformava in un locale di vita».

Segrè e Sossi, in società con Sandro Bozzola, aprirono poi nel 1983 in via del Bosco l’Obelix. «Un posto che ha fatto storia», dice Segrè. Era un locale su due piani, il primo aperto fino a tardi, come sono oggi paninoteche e pub. La parte sottostante era più informale, mentre sopra c’era il vero e proprio ristorante. Lo avevano chiamato Obelix, prendendo spunto da Sandro, il cuoco, «che era molto grosso, sembrava un vichingo». Servivano piatti fino a tardi, rimasti nella storia, come i fagioli alla messicana con la patata bollita farcita. Ancora oggi le persone si ricordano il menù o le promesse di matrimonio fatte alle proprie fidanzate proprio lì o le serate trascorse durante gli anni universitari. Era Mauro la calamita che riusciva con i suoi contatti variegati ad attirare un pubblico folto e vario: «Conosceva gente di tutti i tipi, era molto socievole, a me ha insegnato molto, è grazie a lui se faccio questo lavoro oggi», sorride Segrè.

Sossi era diventato noto anche per un fatto di cronaca. «Alla fine degli anni Settanta, quando abitava in via Mazzini – racconta un altro amico – era saltata in aria la sua casa a causa della bombola a gas di una stufa: aveva anche delle cicatrici di quell’incidente. Da lì era diventato “Mauro esplosion”». Sossi aveva lavorato anche nelle scuole di surf tra Lussino, Medulino e l’Isola Rossa, ma oggi gli sopravvive l’attività commerciale aperta assieme agli amici Marina Marass e Fulvio Sferza: il negozio “Coloratissimo”, ancora attivo in via Imbriani. —


 

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