Addio alla Cassa marina mercantile di Trieste, liquidato quasi 1 milione di euro

La quota maggiore della cifra totale ha rimborsato 750 libretti di soci triestini. Irreperibili invece, per ragioni anagrafiche e geografiche, 150 aventi diritto

TRIESTE Un altro capitolo di storia economica e sociale triestina è giunto al capolinea. O quasi. La Cassa interaziendale marina mercantile (Cimm), sorta il 28 aprile 1872, ha liquidato per buona parte le sue cospicue attività, che ammontavano a poco meno di un milione di euro.

Adesso la compianta Cimm, una sorta di previdenza integrativa per dipendenti dello shipping pubblico, non ha più neanche la sede provvisoria di via Trento e il suo domicilio è stato trasferito in uno studio professionale in via San Nicolò. Addio ai graditi aiuti - a tassi agevolati - per cure mediche, fabbisogni domestici, acquisti auto ...

In un anno e mezzo di lavoro 950 soci su 1100 sono stati rimborsati, per un totale di 960 mila euro. Non si è riusciti finora a risalire ai restanti 150, che rappresentano quote sociali pari a 42 mila euro, della cui destinazione parleremo tra poco. Dei 950 rimborsati, circa 750 sono triestini, che avevano lavorato soprattutto al Lloyd e in altre società del gruppo Finmare, fino a metà anni ’90 la holding dell’armamento pubblico.

Due soci, Fiorenzo Pozzecco e Sergio Moro, si sono presi la briga di fungere da liquidatori, con la collaborazione di Elsa Muiesan. Un lavoro mica da scherzare, sia nella ricerca degli aventi diritto che nella materiale restituzione delle quote avvenuta attraverso bonifici bancari.

Il “caso Cimm” cominciò a dipanarsi un paio di anni fa, quando Bankitalia aveva imposto all’antica cooperativa una serie di adeguamenti troppo onerosi per l’esile struttura, a cominciare dall’obbligo di un capitale sociale da 1,2 milioni di euro. Così nel 2016 è stata imboccata la strada liquidatoria e si è posto il problema del rimborso dei soci. Vuoi defunzioni, vuoi dimenticanze, vuoi obsolescenze, erano molti a ignorare che dietro un vecchio libretto siglato Cimm potessero celarsi somme di denaro accantonate da amministrativi e naviganti dell’armamento Iri: la quota minima era di 252 euro.

Pozzecco ha riferito di quasi 750 libretti triestini rintracciati, il 60% appartenenti a persone in vita e il 40% afferenti agli eredi. Il liquidatore ritiene assolutamente realistico che una cifra superiore ai 600 mila euro sia stata rimborsata sulla piazza triestina, mentre una quota inferiore ha riguardato ex dipendenti della Tirrenia, che aveva sede a Napoli e che adesso appartiene al gruppo Onorato.

Nonostante il puntuale lavoro effettuato, resta da sistemare quella piccola coda di 42 mila euro, pari a un valore attorno al 4%, che non ha ancora trovato il titolare. Anzi, si sa chi è il titolare, perché Pozzecco estrae l’elenco con tutti i nominativi di coloro che non è stato possibile ritrovare. Molti di questi avrebbero oltre 100 anni, molti vivono/vivevano nel Mezzogiorno. C’è tempo ancora cinque anni se qualche erede o qualche avente diritto ritenesse di farsi vivo.

Poi, per disposizione statutaria, il residuo di 42 mila euro affluirà in un fondo apposito che dovrà essere istituito presso Confcooperative. Per ora la somma giace in un conto corrente della Bcc Staranzano. Ma Pozzecco e Moro non vogliono e non possono più intestarselo. Il loro compito di liquidatori è terminato e i quattrini senza destinatario dovranno avere un altro gestore. —


 

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