Adesione a Schengen: ancora due anni di code ai confini con la Croazia

Avviata la procedura formale di Zagabria. Ma l’emergenza terrorismo e immigrati potrebbe far slittare tutto al 2017
Di Giovanni Vale

ZAGABRIA. Bisognerà aspettare ancora due anni per entrare in Croazia senza fare la coda alla frontiera, documento alla mano. Zagabria, che ha appena festeggiato i suoi primi due anni dall’ingresso nell’Unione europea (sancito il 1° luglio 2013), ha infatti avviato questo mercoledì la procedura formale per l’adesione allo spazio Schengen. Ma per entrare nella tanto agognata area di libera circolazione delle persone, il Paese dovrà aspettare fino all’estate del 2017. Il governo croato ha atteso il primo giorno utile per inviare la sua domanda ufficiale di adesione, redatta durante l’ottava riunione del Comitato per la Coordinazione e la Supervisione dello Strumento Schengen. Il vice-Premier e ministro degli Interni Ranko Ostojic ha quindi reso nota la procedura che il Paese dovrà attraversare prima di entrare in quel club che conta ormai 26 Paesi membri (22 dell’Ue più Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein).

Il primo passo sarà quello di compilare un questionario sui progressi fatti nell'adempimento dei criteri dell'aerea di libera circolazione delle persone e le risposte dovrebbero essere inviate entro l'inizio del mese di agosto. In seguito, una prima visita di valutazione da parte della Commissione europea è prevista per il prossimo anno, mentre l’intero esame dovrebbe durare un anno circa. Il meccanismo di monitoraggio di Bruxelles prenderà in conto gli aspetti fondamentali del cosiddetto “acquis” di Schengen: l’applicazione effettiva dei controlli obbligatori alle frontiere esterne, la gestione dei visti, la cooperazione giudiziaria e di polizia o ancora la partecipazione al sistema di informazione condiviso. E anche se il ministro Ostojic ha assicurato alla stampa croata che Zagabria ha già fatto molto per preparare la sua adesione all’area di libera circolazione, il “momentum” storico non gioca proprio a favore della Croazia. Nelle ultime settimane, infatti, la vicina Ungheria (membro di Schengen dal 2007) ha fatto molto parlare di sé per via della sua controversa gestione dei rifugiati. In questo clima teso, la domanda di adesione della Croazia allo spazio Schengen farà storcere il naso a molti in Europa, soprattutto perché il Paese si trova proprio su quella “rotta dei Balcani” che ha visto il numero dei migranti aumentare dell’880% tra l’inizio 2014 e i primi mesi del 2015. Ma per Zagabria, l’ingresso nell’area di libera circolazione è una priorità assoluta che, dopo la liberalizzazione, mercoledì, dei permessi di lavoro in 22 Stati membri, marcherebbe un nuovo passo verso una piena adesione all’Ue.

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