Affittata per altri 25 anni la maxi cava di Aurisina Salvi i 40 posti di lavoro

Firmato il contratto fra la Comunella e le tre imprese coinvolte «Ora si possono programmare investimenti a lungo termine»
Lasorte Trieste 27/06/11 - Consiglio Comunale, Emilano Edera, Stefano Ukmar
Lasorte Trieste 27/06/11 - Consiglio Comunale, Emilano Edera, Stefano Ukmar
DUINO AURISINA. Torna il sereno per le aziende che fanno capo al Consorzio Marmi del Carso e che garantiscono l’occupazione a una quarantina di lavoratori. È stato finalmente firmato nei giorni scorsi, nello studio dell’altipiano del notaio Camillo Giordano, il contratto di “affitto di cava”, della durata di 25 anni, fra Walter Pertot - presidente della Jus Comunella di Aurisina, proprietaria dei terreni, pari a una superficie complessiva di circa 123mila metri quadrati - e la presidente del Consiglio di amministrazione del Consorzio Elisabetta Sonzogno. «Si tratta di un tempo molto lungo - ha commentato quest’ultima - che ci permette, dopo una fase molto sofferta e piena di incertezze, di programmare l’attività in maniera adeguata, progettando investimenti a lungo termine, nella certezza che potremo operare senza intoppi».

Se non si fosse arrivati a questa soluzione, l’alternativa sarebbe stata il blocco dell’attività e i lavoratori avrebbero rischiato il licenziamento. Elemento indispensabile, per poter approdare alla firma del contratto, era l’approvazione, da parte del Consiglio comunale di Duino Aurisina, di una delibera che trasferisse in capo alla Comunella il potere di sottoscriverlo. Ciò è avvenuto, peraltro dopo una sofferta seduta alla quale hanno partecipato, in qualità di spettatori, numerosi dipendenti delle tre aziende che fanno capo al Consorzio Marmi del Carso, cioè Cava romana Spa, Pizzul Srl e Gorlato Spa.

In base a tale documento, l’amministrazione comunale ha rinunciato da subito ai proventi, cioè agli affitti della cava maturati negli ultimi cinque anni, pari a 335.900 euro. Il blocco si era originato per il fatto che, sulle particelle di territorio sulle quali opera il Consorzio, è in essere un contratto di concessione per l’attività estrattiva, firmato dalla Regione, che andrà a scadenza il 24 luglio. Ma sul rinnovo della concessione si era accesa una disputa. Da un lato c’era il Comune, che aveva provveduto ad approvare una delibera di giunta per rinnovare la concessione per altri 20 anni con la Marmi del Carso, nella quale si specificava che gli introiti del contratto sarebbero stati incassati dall’amministrazione e successivamente trasferiti alla Comunella con atto consiliare. Dall’altro c’era proprio la Comunella di Aurisina, che aveva presentato un’istanza, rivendicando la piena proprietà di tali particelle e, di conseguenza, il diritto all’incasso diretto.

Con l’approvazione della delibera in Consiglio comunale l’impasse è stata superata e la Regione potrà procedere al rinnovo della concessione per l’attività estrattiva. A caldeggiare la soluzione poi praticata, e ad attivarsi perché si arrivasse al risultato auspicato, è stato il consigliere regionale del Pd Stefano Ukmar, che ha espresso «viva soddisfazione per l’accordo raggiunto, che consente di raggiungere importanti obiettivi. Da un lato - ha precisato - saranno salvaguardati una quarantina di posti di lavoro e si darà così continuità a una preziosa attività produttiva quale la Cava romana e al contempo si tuteleranno i diritti della proprietà collettiva della Comunella di Aurisina» . «Era fondamentale che l’attività in cava continuasse - ha commentato Pertot - ma anche che la Jus Comunelle si garantisse la definizione dei propri diritti».

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