Alla Cona spuntano i cuccioli protetti dalle loro mamme

STARANZANO Girano indisturbate sotto gli occhi dei visitatori come se andassero a passeggio, due femmine di cinghiale con i loro piccoli nell’area dei ripristini realizzati davanti alla “Marinetta”, il primo osservatorio distante una decina di minuti dal centro visite dell’Isola della Cona. La prole segue la mamma che li protegge, senza preoccuparsi di ciò che si trovano intorno. Non è solo questo il simpatico quadretto che si vede nell’area protetta, ce ne sono altri immortalati dagli scatti di Matteo De Luca e Silvano Candotto, due dei più esperti operatori della Stazione biologica della Cona, che riescono a raccontare una storia diversa con queste novità estive della Riserva naturale Foce Isonzo. Fra le immagini catturate dai due operatori fanno tenerezza anche i “pulli di oca” o di “germani reali” mamma compresa, oppure “cuccioli di volpe”, giovani caprioli che annunciano l’eccezionale risveglio della Riserva della Foce Isonzo della flora e della fauna selvatica.
«Il nostro ruolo – sottolinea De Luca – è tenere alta l’attenzione su tutto ciò che avviene, compilando una sorta di diario quotidiano i cui dati a fine anno vengono trasferiti agli enti nazionali e internazionali preposti. Vorrei ricordare ai visitatori che se trovano cuccioli di animali selvatici, come giovani caprioli e lepri in particolare, non devono toccarli perché non sono stati abbandonati, ma i genitori per proteggerli li lasciano nascosti e vanno ad allattarli periodicamente». È la vita dell’Isola della Cona, dunque, oltre all’arrivo di numerosi uccelli pronti a nidificare. Quest’anno la nuova check list di uccelli s’è allungata con l’osservazione di un esemplare di “codirossone” con ben 330 specie osservate nell’area protetta. Un numero elevatissimo che si registra nell’ambito delle riserve naturali europee.
Nella lista degli arrivi di questi giorni anche “fraticelli” e “fratini”, “beccacce di mare” alla foce dell’Isonzo, poi “combattenti”, “totani morì”, “sgarza ciuffetto” e “tarabusino”. Attualmente ci sono circa 15 mila presenze. Alla Foce del fiume stazionano, inoltre, centinaia di cigni, sembra un enorme tappeto bianco. Un’altra bella notizia è il ritorno dall’Africa del “gruccione” dai colori bellissimi e variopinti che ha trovato “casa” già da qualche anno nella Riserva. Negli ultimi anni la Cona è riuscita a creare un ambiente adatto alla sua vita normale durante il periodo di svernamento di questa specie, costruendo una parete semi-verticale artificiale di terreno argilloso. È una paratia collocata a breve distanza dall’“Osservatorio del Piropiro” dal quale è possibile osservare e fotografare questi uccelli che nidificano proprio di fronte all’osservatorio, dal quale birdwatchers e fotografi possono ammirarli ed immortalarli a brevissima distanza cercando di scattare immagini da conservare nel cassetto dei ricordi.
Gli operatori della Stazione Biologica dell’Isola della Cona rilevano anche che negli ultimi tempi con più frequenza la presenza di cinghiali. Da un’indagine cominciata con lo scomparso Fabio Perco, l’indimenticabile “papà” della Riserva naturale, risulta che in genere i cinghiali prediligono girovagare subito dopo il tramonto specie nella periferia della Riserva naturale, oppure nei campi antistanti l’area protetta. Il motivo della loro presenza è che vanno alla ricerca di cibo.–
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