Alla Sissa il Ris in cattedra di criminologia

Due seminari tenuti dagli esperti della “scientifica” dei carabinieri sui nuovi metodi di indagine
Foto Bruni 04.04.14 Sissa:Master in Comicazione delle scienze
Foto Bruni 04.04.14 Sissa:Master in Comicazione delle scienze

Alla Sissa come in una crime fiction: nel corso di due seminari tenuti ieri alla Scuola internazionale superiore di studi avanzati dal tenente colonnello dei Carabinieri Giampietro Lago, comandante dei Ris (Reparto investigazioni scientifiche) di Parma, il foltissimo pubblico ha effettuato un vero e proprio viaggio dal luogo del crimine all'aula di giustizia. Lago ha preso le mosse da una proiezioneraffigurante la tipica scena del crimine: una camera da letto, un cadavere tra le lenzuola e, attorno, oggetti e macchie di sangue. L'investigatore scientifico comincia il suo lavoro con una sorta di mappatura del luogo del delitto: «La prima cosa da farsi è il sopralluogo - ha spiegato il comandante - Riprese fotografiche e planimetria che consentano, in seguito, di ricostruire com'era la stanza quando si è entrati; in seguito, la raccolta delle evidenze, ossia di tutte le tracce con potenzialità di fornire informazioni sull'accaduto».

Si cercano le prove, ma con accuratezza, dal momento che si tratta di un'azione irripetibile: «La raccolta delle tracce è una modifica dello stato del luogo, tutto deve essere fatto con garanzia di precisione». E inoltre con criterio: «Non va campionato ogni centimetro della stanza, sarebbe impossibile oltre che poco funzionale. Bisogna ragionare per ipotesi e, in base ad esse, raccogliere tanto le prove visibili quanto quelle invisibili all'occhio umano ma reperibili grazie alle tecnologie offerte dalla scienza». In ausilio al tecnico arrivano dunque strumenti come il Crimescope, un emettitore di luce a lunghezza d'onda variabile, e il Luminol, molecola reagente in grado di esibire chemioluminescenza una volta entrata in contatto con agenti ossidanti come il sangue: «La particolarità del Luminol è il suo elevato grado di sensibilità: si usa a fronte di lavaggi da parte dell'assassino. Anche su di una superficie candidata, esso permette di vedere ciò che sotto la luce naturale era stato reso invisibile». Sul corpo inerte si prelevano tamponi da destinare sia ad analisi biologiche - capelli, unghie, sangue, saliva - che chimiche - come nel caso delle analisi Gsr, ossia volte a reperire i residui di arma da fuoco. Seguono accertamenti tossicologici, esplosivistici e infine merceologici.

«La costruzione della prova va fatta con rigore scientifico, procedendo nell'indagine secondo ragionamento probatorio e non spontaneo, foriero dei più gravi errori», ha evidenziato Lago. È proprio la confidenza nell'intuizione a portare i ricercatori nella direzione sbagliata. Discorso che dev'essere valido, ha detto Lago, anche per gli operatori dell'informazione.

Vanessa Maggi

Riproduzione riservata © Il Piccolo