Alla Via Crucis la reliquia della Santa Croce

Venne portata sull’isola quale dono dell’imperatore Eraclio. La processione inizierà alle 19.30

GRADO. La processione per le vie del centro con la Reliquia della Croce, in programma questa sera dopo la celebrazione della Via Crucis nella patriarcale Basilica di Sant'Eufemia, è il momento più significativo del Venerdì Santo “Nella Passione del Signore”. Una reliquia, uno dei più grandi frammenti conosciuti della Santa Croce alto 14 centimetri, è una croce a doppio braccio trasversale tra lamine d’argento dorato, ed è stata portata a Grado all’incirca nel 630 dono dell’Imperatore Eraclio che aveva cercato di salvare i tesori più preziosi dal trafugamento degli stessi. È incastonata in un prezioso reliquario bizantino che è stata donato alla basilica di Grado dall’imperatore bizantino Eraclio unitamente alla Cattedra di San Marco che oggi si trova invece nella basilica di San Marco a Venezia.

Ma è per cosa rappresenta questo frammento la grande importanza di questa reliquia che stasera sarà portata in processione. Il programma odierno delle celebrazioni previste dalla parrocchia prevede per le 8.30 la celebrazione delle Lodi; alle 15 la solenne Azione Liturgica e infine, alle 19.30 la Via Crucis e la processione solenne. Domani, Sabato Santo, in serata con inizio alle 21 è prevista la Solenne Veglia Pasquale con la Messa del Gloria. E proprio al momento del Gloria, anche quest'anno è previsto lo sparo a salve dei cacciatori gradesi nel giardino del battistero di San Giovanni. Sempre domani sarà possibile anche la confessione in basilica. I sacerdoti saranno a disposizione dalle 16 alle 18.

Nell’omelia durante la messa della Lavanda dei Piedi, l’arciprete monsignor Michele Centomo ha ricordato che «fare Pasqua è spostare il nostro baricentro dall’io all’altro». E ha portato ad esempio quando qualche anno fa alle paraolimpiadi di Seattle 9 atleti disabili avevano preso il via nella gara dei 100 metri. Poco dopo la partenza uno di questi cadde rovinosamente a terra. Gli altri 8 atleti lo sentirono piangere. Rallentarono e guardarono indietro. Si fermarono e tornarono indietro. «Una ragazza con la sindrome di Down - ha sottolineato - si sedette accanto a lui e cominciò a baciarlo dicendo “adesso stai meglio?”. Allora tutti e 9 si abbracciarono e camminarono verso la linea del traguardo». Tutti nello stadio si alzarono in piedi applaudendo per parecchi minuti... (an.bo.)

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