Alle “famiglie in salita” 110 mila euro

Operativo il fondo straordinario voluto dall’arcivescovo. Task force di istituzioni e organismi per aiutare i disoccupati

Può finalmente partire il secondo fondo straordinario Famiglie in salita istituito dall'arcidiocesi di Gorizia. A disposizione ci sono, per partire, oltre centomila euro, e la disponibilità di ben sette istituzioni del territorio, che ieri mattina a Palazzo Attems, sotto la regia della Provincia di Gorizia, hanno firmato il protocollo d'intesa per dare via al progetto.

Lo scopo è quello di affiancare ai consueti aiuti economici per le persone in difficoltà una serie di borse lavoro riservate ai disoccupati. Al momento la commissione del fondo – che è stato lanciato già lo scorso dicembre dal vescovo di Gorizia Carlo Roberto Maria Redaelli, ma non aveva fino ad ora le basi da cui partire – ha già valutato e approvato una trentina di domande di accesso alle borse lavoro, che finalmente adesso potranno essere finanziate. Il tutto con una quota di partenza di 110 mila euro, di cui 50 mila coperti dall'8 per mille alla Chiesa cattolica, 50 mila arrivati dalla Fondazione Carigo e 10 mila donati dalla ditta Goriziane Group di Villesse. Il fondo straordinario si prefigge di offrire alle persone e alle famiglie in crisi per mancanza di lavoro occasioni occupazionali attraverso strumenti come il tirocinio formativo, i voucher e le borse lavoro, affiancando quanto già fanno realtà come la Caritas o la Provincia. Gli attori che hanno deciso di unire le forze nel progetto, accanto all'Arcidiocesi, sono appunto l'amministrazione provinciale, rappresentata alla firma di ieri dall'assessore Ilaria Cecot, la Fondazione Carigo, le Acli provinciali, l'Azienda sanitaria, la Confartigianato isontina e il Centro regionale di orientamento. Ognuna di queste componenti ha un ruolo preciso nella gestione del fondo. Così ad esempio la Fondazione, oltre al contributo economico, mette un componente nella commissione che gestisce il fondo, la Provincia si impegna a svolgere il compito di ente formativo, attiverà tirocini e indicherà i soggetti pubblici o privati che mettono a disposizione posti di lavoro. Azioni di sensibilizzazione e promozione dell'iniziativa saranno condotte dalle Acli provinciali, mentre l'Azienda sanitaria attiverà borse lavoro per persone a carico dei suoi servizi specialistici.

Ancora, la Confartigianato medierà tra le persone alla ricerca di occupazione e le imprese associate che possono essere interessate ad offrire dei posti, e il Centro regionale di orientamento fornirà consulenza orientativa gratuita (oltre che un sostegno motivazionale) per i beneficiari degli interventi. Le persone disoccupate potranno accedere al Fondo rivolgendosi alle parrocchie, alle Acli o alla Caritas. A questo punto gli utenti verranno presi in carico da un tutor che li seguirà nel percorso di collocamento, aiutandoli nello sbrigare le pratiche burocratiche per presentare alla Commissione del Fondo la propria richiesta di partecipazione. Di volta in volta la commissione valuterà le richieste stanziando un sostegno a seconda della situazione economica e sociale della famiglia: si potrà andare da voucher da 100 a 400 euro per 5 o 10 mesi, a un tirocinio formativo di 500 euro per 6 mesi presso un impresa. Altra possibilità una borsa lavoro di 300 euro per 6 mesi per le persone seguite dall'Azienda sanitaria, o una borsa studio dai 100 ai 400 euro per chi si iscrive a corsi di riqualificazione professionale. Il fondo, comunque, non è “chiuso”, ma si apre a ulteriori iniezioni di denaro. Ecco perchè tutta la comunità è chiamata a dare una mano. I privati possono effettuare una donazione con un bonifico sul conto corrente postale 10289494 o sul contro corrente bancario Iban IT15o0862212401004000323364 presso il Credito cooperativo di Lucinico Farra e Capriva intestati al Fondo straordinario Famiglie in Salita. Le imprese, invece, possono mettere a disposizione opportunità lavorative per i beneficiari del fondo, a totale carico della Caritas Diocesana.

Marco Bisiach

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