Allo studio l’apertura di un servizio ad hoc per curare l’uso eccessivo della tecnologia

Alcol e droghe. Ma la dipendenza rischia ormai di avere anche un altro nome: i social network e la tecnologia in generale. Tanto che il dipartimento competente dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste (Asuits), il Dipartimento delle dipendenze appunto, sta pensando di aprire un nuovo servizio. Uno sportello per i malati di smartphone, potremmo dire. Creato appositamente per i giovani, ma non soltanto, che non riescono a staccarsi dal portatile o dal computer. «È una realtà che c’è - riflette la direttrice del Dipartimento delle dipendenze, Roberta Balestra - e che non si può più ignorare. Ci sono ragazzi che stanno ore e ore attaccati al portatile - spiega - quindi adesso ci stiamo effettivamente ponendo il problema di come affrontare il fenomeno. Crediamo di dover aprire un servizio ad hoc per chi usa la tecnologia in modo eccessivo e incontrollato. Comportamenti del genere - sottolinea Balestra - comportano isolamento e chiusura. Stiamo parlando soprattutto di adolescenti chiusi in casa, incapaci di stare veramente con gli altri e che talvolta abbandonano la scuola. Si arriva a degli eccessi che pongono seri problemi. In Italia si sta iniziando a studiare il fenomeno, certamente in crescita. Anche il nostro servizio cercherà di adeguarsi a ciò perché pure questa - conclude - è una realtà sommersa». (g.s.)
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