Alpini, una pista per il cappello perso

La penna nera che lo smarrisce deve pagare da bere per un anno ai commilitoni

Si apre una pista nuova nella ricerca del cappello smarrito domenica a Gorizia dall’alpino della sezione di Vittorio Veneto. Dopo l’articolo pubblicato ieri su Il Piccolo sono giunte decine di segnalazioni e qualche falso allarme. Intanto, un altro cappello è stato ritrovato e portato nella sede dell’Ana. Il cappello appartiene all’alpino Davide del gruppo di Fogliano ed è già stato riconsegnato. Del cappello dell’alpino veneto abbiamo invece, tra le altre, una puntuale testimonianza della signora Monia: «Ero a spasso con il cane domenica verso le 21 in via Trieste. Ho visto il cappello appoggiato sulla vetrina del negozio dei cinesi e ho pensato che quando sarei tornata indietro l’avrei preso. Invece, quando stavo rientrando verso casa, in direzione di Trieste, ho visto una coppia di giovani fidanzati. Lui teneva in mano il cappello che prima era appoggiato. Spero tanto che lo consegni. Mi dispiace non averlo preso io, mio marito è un militare e so quanto ci possa tenere al suo cappello l’alpino veneto». A questo punto, solidarietà tra militari, si potrebbero visionare i nastri delle telecamere della caserma Cascino del 13° reggimento carabinieri Fvg per individuare i potenziali detentori del cappello. Resta da svelare ora chi è il proprietario. Nell’edizione di ieri, venendo incontro alle sue richieste, abbiamo omesso il nome. Ma ora bisogna svelare il segreto. Si chiama Francesco Introvigne, proprio il presidente della sezione Ana Vittorio Veneto, che significa, a spanne, 150 associati. Tradizione vuole che l’alpino che perde il cappello paghi da bere per un anno ai commilitoni. Per questo ha detto: «Preferivo perdere la tredicesima che il cappello». (r.c.)

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