Alverà: «La scommessa ambientale sui gas verdi come l’idrogeno»

Le strategie dell’ad di Snam per ridurre le emissioni di CO2: «L’Italia è stata la prima ad attivarsi»



Si dice ottimista Marco Alverà, 44 anni, amministratore delegato di Snam, una delle principali società di infrastrutture energetiche al mondo. È uno dei Ceo italiani più influenti sui social media e crede, con convinzione, che la lotta ai cambiamenti climatici sia la sfida chiave, da vincere con uno sforzo comune di istituzioni, imprese e cittadini. Interverrà a Trieste Next questo pomeriggio.

Alverà, le attuali scelte politiche, nazionali ed europee, possono dare un apporto significativo per ridurre le emissioni CO2?

Sono fiducioso. Il Green Deal europeo è un ottimo segnale: con investimenti di mille miliardi di euro in dieci anni è una sorta di nuovo piano Marshall. Insieme al Recovery Fund potrà sostenere concretamente la transizione energetica e il rilancio dell’economia. L’Italia è ben posizionata.

Oltre alla questione tecnologica, ce n’è anche una culturale. Come si può incentivare una maggiore consapevolezza rispetto alla necessità della transizione energetica?

È importante che all’energia della protesta si affianchi una narrativa positiva e costruttiva per incentivare il cambiamento. La paura crea paralisi, la speranza genera azione. L’ottimismo è alla base dei due libri che abbiamo scritto sull’argomento per contribuire al dibattito: Rivoluzione Idrogeno, che propone un piano in dieci mosse per sviluppare l’economia dell’idrogeno, e Zhero, un racconto per adolescenti nel quale tre ragazzi a Venezia si mettono all’opera per salvare il pianeta.

Quale strada state percorrendo come Snam?

Crediamo nel potenziale dei gas verdi, in particolare dell’idrogeno. Siamo stati tra i primi al mondo a immetterlo nella nostra rete di trasmissione gas. Oltre ad affiancare l’elettricità rinnovabile come soluzione per la decarbonizzazione, soprattutto nell’industria, nel trasporto pesante e nel riscaldamento, l’idrogeno può contribuire a creare un modello di sviluppo più equo, perché anche paesi oggi privi di fonti come petrolio e gas ma ricchi di risorse naturali come sole e vento potranno essere più autosufficienti dal punto di vista energetico.

Quali sono i vantaggi dell’idrogeno e come può essere utilizzato?

L’idrogeno è l’elemento più abbondante dell’universo. Se prodotto da fonti rinnovabili, non rilascia emissioni di CO2. Permette di trasformare l’energia solare ed eolica in un combustibile efficiente, facile da trasportare, stoccare, distribuire e utilizzare. Tra cinque anni, secondo le nostre stime, potrebbe diventare competitivo con i combustibili fossili in alcune applicazioni.

A che punto si trova l’Italia rispetto all’uso dell’idrogeno?

L’Italia ha un vantaggio temporale perché siamo stati tra i primi a partire nonché un vantaggio dovuto alla tradizione manifatturiera. Inoltre disponiamo dell’infrastruttura di gas più capillare d’Europa che stiamo rendendo pronta a trasportare idrogeno. Infine abbiamo un vantaggio geografico per diventare un hub continentale dell’idrogeno verde e un ponte infrastrutturale con il Nord Africa. Secondo uno studio recente di Ambrosetti e Snam, la filiera italiana dell’idrogeno può generare fino a 1.500 miliardi di euro di valore cumulato della produzione e dare vita a mezzo milione di nuovi posti di lavoro nei prossimi 30 anni.

Come ha influito la pandemia da Covid-19 sulla transizione energetica?

L’emergenza Covid ha dimostrato che non si può vincere la sfida climatica fermando tutto. Ciò che occorre è un intervento massiccio e strutturale di decarbonizzazione planetaria, con un approccio sovranazionale e trasversale dei vari comparti energetici, in grado al tempo stesso di promuovere il lavoro, le attività economiche e migliorare gli standard di vita. —



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