Ananian, un benefattore per gli studenti più poveri

Medico di famiglia armeno-cattolica, aiutò i bisognosi e nel testamento previde una Fondazione oggi attiva in suo nome. Una lapide lo ricorda in corso Italia
Di Elena Dragan
Silvano Trieste 27/04/2012 Corso Italia 12
Silvano Trieste 27/04/2012 Corso Italia 12

Se la maggior parte degli armeni giunse a Trieste attratta dalle prospettive economiche derivate dall’istituzione del Porto Franco nel 1719, il caso della famiglia di Gregorio Ananian è tutto particolare. Medico e ostetrico nato a Costantinopoli nel 1780 da una famiglia armeno-cattolica benestante, studiò Medicina a Padova e lavorò a Parigi. Rientrato in patria fu medico di corte presso il sultano Selim III e in particolare le sue competenze di ostetrico lo videro attivo nell’harem “gransignorile”.

Nell’ipotesi che Anna Krekic e Michela Messina propongono nel catalogo della mostra “Armeni a Trieste” (tenutasi al castello di San Giusto nel 2008), Gregorio Ananian sarebbe stato molto scosso dall’omicidio del suo collega, avvenuto in un clima di crescente diffidenza e ostilità, e temendo per la sua stessa incolumità decise di trasferirsi a Trieste nel 1814. Qui non esercitò più la professione ma si distinse per la generosità dei suoi interventi a favore dei più bisognosi.

La targa che troviamo in corso Italia 12, su uno dei molti edifici che egli fece costruire, ricorda la sua attività di benefattore: «Riedificata nel 1908 col patrimonio di Gregorio Ananian legato a beneficio di studenti poveri». La casa originaria era a tre piani e Ananian aveva chiesto all’architetto Fister nel 1819 di innalzarla di un piano. Era un edificio famoso all’epoca – ricordano ancora Krekic e Messina – perché al piano terra vi aveva aperto una pasticceria Adolf Wunsch e al primo piano si trovava il “Gabinetto Chinese”, «un esercizio a metà tra museo e negozio, dove al prezzo di 20 carantani (che venivano rimborsati all’atto di un acquisto) si poteva ammirare e scegliere tra una vasta campionatura di prodotti dell’arte e dell’industria dei paesi orientali».

Il nuovo edificio fu progettato invece dall’architetto Polli tra il 1905 e il 1909. Gregorio Ananian deve essere stato molto stimato, come si evince da un ricordo pubblicato tempo dopo la sua morte sul Piccolo. Il bello dei benefattori è che la loro presenza rimane nel tempo, attraverso i frutti che crescono dalle loro iniziative. Oltre al dono alla Biblioteca Civica di un migliaio di volumi prevalentemente francesi e al consistente contributo per la costruzione della chiesa dei padri Mechitaristi di via Giustinelli, Gregorio Ananian aveva previsto nel suo testamento del 1857 – sette anni prima della morte - di creare una fondazione che fornisse stipendi scolastici a studenti del Ginnasio triestino, del Politecnico e delle facoltà politico-legale e medico-chirurgica dell’Università di Vienna; metà dei beneficiati dovevano esere poveri cattolici o armeno-cattolici di Trieste, l’altra metà poveri armeno-cattolici nati anche altrove.

Paolo Sbisà, presidente della Fondazione, racconta l’attualità di questa importante struttura. La buona gestione dell’immobile di corso Italia, di un altro edificio in via Crispi sopra il teatro Rossetti e di circa un centinaio di appartamenti sparsi in città, permettono ogni anno di erogare sussidi agli studenti idonei di circa 250mila euro.

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