Anziana morta all’Itis Assolto il medico curante

Nessuna colpa, nessuna responsabilità, nessun nesso causale tra la caduta di un’anziana paziente dell’Itis e il fatto che il dottor Massimo Lovisato, 59 anni, medico incaricato di assistere alcuni...
Silvano Trieste 01/09/2015 ITIS, RSA San Giusto
Silvano Trieste 01/09/2015 ITIS, RSA San Giusto

Nessuna colpa, nessuna responsabilità, nessun nesso causale tra la caduta di un’anziana paziente dell’Itis e il fatto che il dottor Massimo Lovisato, 59 anni, medico incaricato di assistere alcuni ospiti della casa di riposo, non aveva in quella circostanza ordinato tempestivamente il ricovero della donna. Il gup Laura Barresi lo ha assolto perché il fatto non sussiste, accogliendo di fatto, le richieste del difensore, l’avvocato Giancarlo Muciaccia. Il pm Federico Frezza, che aveva accusato il professionista di omicidio colposo, aveva chiesto al termine della sua requisitoria la condanna a 8 mesi di reclusione.

La tragica vicenda era iniziata con una caduta avvenuta all’interno dell’Itis il 10 settembre 2012. Maria Di Drusco, questo il nome della donna, aveva messo malamente un piede ed era rovinata sul pavimento. Aveva riportato un trauma facciale, un ematoma alla guancia e altri al ginocchio sinistro.

Quello stesso giorno il medico aveva visitato l’anziana paziente prescrivendole alcune applicazioni di ghiaccio. Insomma si trattava di traumi ed ematomi risolvibili con una terapia domiciliare. Dopo quattro giorni dalla prima caduta, la donna è rovinata di nuovo a terra procurandosi altri traumi e tumefazioni.

Il 15 settembre - così è emerso dalle indagini - Pia Di Drusco era stata ricoverata nel reparto di medicina d’urgenza dell'ospedale di Cattinara. La diagnosi era stata più che eloquente: «Coma da ematoma subdurale acuto su cronico post traumatico». Come dire che a causa della prima caduta (o addirittura di una precedente) aveva riportato un ematoma in testa. Una sacca di sangue che gradualmente le aveva poi compresso il cervello. La morte, così era emerso dagli atti, era avvenuta il 16 settembre. Il referto aveva indicato che la signora Di Drusco era deceduta per le conseguenze di una «ipertensione traumatica secondaria ad acuto sanguinamento di un cronico ematoma subdurale non diagnosticato».

Per il pm Frezza, il dottor Lovisato aveva insomma provocato la morte della sua anziana paziente in quanto non aveva approfondito al momento della visita la diagnosi di trauma al capo e - dopo la prima caduta - senza prescrivere il ricovero ospedaliero limitandosi a disporre alcune applicazioni di ghiaccio: tutto questo quando avrebbe potuto farla sottoporre per esempio a un esame attraverso la Tac (tomografia assiale computerizzata) che appunto avrebbe evidenziato l'ematoma a causa del quale poi la donna è morta.

Ma in aula è emersa un’altra verità. Quella - indiscutibile - relativa alla datazione del trauma al capo. Che nulla esclude che sia stato causato proprio dalla seconda caduta. Dopo la quale la donna è stata ricoverata in ospedale. Lovisato, insomma, non c’entra nulla. E per questo è stato assolto. (c.b.)

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