Aquileia, la crisi chiude l’Ostello

A dare il colpo di grazia le spese troppo alte rispetto ai ricavi Trovata una soluzione per il ristorante che è stato riaperto

di Elena Placitelli

AQUILEIA

«Siamo estremamente spiacenti di comunicare la chiusura dell’ostello Domus Augusta dopo decennale attività. Purtroppo la ditta che da gennaio ha acquisito il ramo d’azienda è in liquidazione, gli stipendi dei dipendenti non sono stati pagati da 2 mensilità e tantomeno i fornitori, per cui ci troviamo nell’impossibilità di continuare il servizio. Ringraziamo la clientela per la stima e l’affetto dimostrateci». Ricevendo questa lettera nella casella di posta elettronica, più di una cinquantina di affezionati clienti ha dato la solidarietà all'Ostello della gioventù di Aquileia, appeso al filo dell'incertezza, dopo che la Famiglia Cooperativa, che gestiva la struttura comunale da gennaio 2011, ha dichiarato chiusura volontaria per colpa della crisi. La quasi centenaria cooperativa, presieduta da Franco Clementin, ha chiuso i battenti prima che fosse troppo tardi. A dare il colpo di grazia, le spese troppo alte rispetto ai ricavi. Non tanto all'Ostello, quanto piuttosto al ristorante “Terra & Laguna”, gestito sempre dalla stessa Cooperativa. Col risultato che, se per il ristorante è stata già trovata una soluzione (il locale di proprietà della Fondazione Puntin ha riaperto proprio ieri con il nome di “Hostaria Al Parco” grazie al subentro de “Cjalderie”, che gestisce il Cantinon di San Daniele), per l'Ostello il futuro rimane incerto. Per quanto ad Aquileia la struttura ricettiva sia una delle poche (se non l'unica) in grado di accogliere i turisti a basso prezzo, la nuova cooperativa non è ancora stata individuata. E per quanto «ci siano delle trattative in corso», come dichiara il liquidatore Gianni Toso, di fatto l'Ostello potrebbe rimanere chiuso, anche se pure il sindaco Alviano Scarel sottolinea come «Aquileia ne abbia bisogno per l'offerta a basso costo che rappresenta». «Abbiamo cercato di risolvere nel miglior modo possibile la grave situazione economica – spiega l'ex presidente Clementin -. Non riuscivamo più ad andare avanti: prima di mettere in ulteriore sofferenza i soci e chi ha creduto nel progetto, abbiamo deciso di chiudere volontariamente, nominando un liquidatore super partes per non aggravare la situazione che si era andata a creare. Il problema era circoscritto soprattutto al ristorante, che offriva vini doc di Aquileia e pesci della laguna di Grado e Marano. Nonostante le diverse iniziative per promuovere i prodotti tipici locali, la gestione è andata in tilt e la crisi ha dato la spallata finale».

Da più parti si parla anche di una possibile cattiva gestione, diventata poi fallimentare con aspettative tropo alte, rispetto al numero dei clienti. Vale sia per il ristorante, sia per il Domus Augusta, anche se «qui i problemi erano minori», aggiunge Clementin. E adesso? La proprietà dell'Ostello è comunale, ma il sindaco rimanda al liquidatore: «Conto di poter sanare quasi tutto – dice Toso -, stiamo cercando di liquidare il personale e i fornitori, mi auguro che l'Ostello riuscirà a riaprire già a marzo». «I due dipendenti verranno saldati fino all'ultima cifra – aggiunge Clementin -, saranno i primi ad essere pagati. Siamo alla ricerca di una soluzione, abbiamo già avuto uno sprone dalla Lega cooperative».

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