Architettura a Gorizia, scatta la nuova sfida

Rivoluzione in vista per Architettura. Dal prossimo anno accademico la didattica della facoltà del nostro ateneo verrà trasferita completamente nel Polo isontino, mentre Trieste rimarrà sede delle attività di ricerca e di quelle progettuali.Un cambiamento di non poco conto che, spiega il preside, nasce da considerazioni prima di tutto strategiche. «L’opzione goriziana - precisa Giovanni Fraziano - non vuole essere un ripiego, ma una scelta d’avanguardia».
I primi anni del corso di laurea erano già stati trasferiti a Gorizia. Ora, con lo spostamento dei corsi della laurea specialistica, la direzione viene confermata e la nuova formula entra a pieno regime. Insomma la facoltà di Architettura trasloca interamente a Gorizia ma, assicura Fraziano, non andrà incontro per questo a contraccolpi negativi. «A parte un leggero calo iniziale, il trasferimento non ha inciso finora in maniera drastica sul numero degli iscritti. Lo scorso anno, infatti, le matricole sono state 120».
Qualche piccolo svantaggio per gli studenti triestini che dovranno spostarsi per seguire le lezioni, di certo, ci sarà. Ma non si fanno drammi, e già si pensa ad istituire un servizio di biciclette gratuite dalla stazione di Gorizia al campus. Inoltre si iniziano ad apprezzare la qualità degli spazi e le condizioni di lavoro migliori della nuova sede, cercando di interagire soprattutto con il resto del mondo. Un flusso attivo contrario all’arroccamento della vecchia accademia. «Le operazioni di ristrutturazione condotte nella sede del Polo Isontino – continua il preside Fraziano - hanno creato degli spazi finalmente adeguati, come ad esempio un’aula computer da 35 postazioni, ulteriormente moltiplicabili per due o per tre, e finalmente una biblioteca completamente dedicata alla facoltà di Architettura e non più a metà con la facoltà di Psicologia».
L’obiettivo del trasferimento completo a Gorizia è da un lato la razionalizzazione delle risorse in un momento in cui si è alle prese con i tagli e, dall’altro, l’elevazione degli standard della didattica grazie ad un elevato livello di internazionalizzazione. Allo stesso tempo infatti, in un momento di crisi di identità delle università italiane, la facoltà di Architettura punta sulla sua specificità geografica rafforzando i rapporti con Lubiana, Graz e Maribor attraverso scambi didattici e scientifici a livello internazionale.
Tuttavia, conferma Fraziano resta forte il legame con il proprio territorio. «Grazie all’interazione con Fincantieri e altre realtà abbiamo formulato un Master di Design Navale – Master School in Yachts and Cruise Vessels Design, che godrà del coinvolgimento diretto del settore navale, mettendo in rete imprese università ed enti di ricerca».
Dunque, la facoltà di Architettura si dà una nuova geografia. «La figura di architetto che vogliamo formare - ha dichiarato Fraziano - deve essere capace di muoversi in una dimensione più ampia e fertile, europea e niente affatto provinciale». Il preside Fraziano sembra aver accolto la scelta goriziana nel migliore dei modi possibili e, da ex studente dello IUAV di Venezia, racconta: «Ci sono città e luoghi che, per una strana combinazione di energien sono in grado di diventare in precisi momenti storici laboratori del mondo, lo IUAV negli anni Settanta era questo. Il mio augurio per la nostra facoltà - ha concluso Fraziano - è possedere quella stessa tensione viva e ricchezza di scambi». E il pensiero del preside va all’architetto triestino Ernesto Nathan Rogers che, nel secondo dopoguerra, dedicò una grande attenzione anche alla formazione dei nuovi architetti, diventando un grande agitatore di anime.
Lorenza Masè
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