Archivio Generali, svelato ai lettori tra azioni e polizze scritte a mano

TRIESTE L’azione numero tre posseduta da Pasquale Revoltella, l’atto di fondazione, le polizze scritte a mano e i bilanci. I lettori della community de Il Piccolo ieri hanno potuto scoprire i segreti dell’archivio storico delle Assicurazioni Generali nel primo dei tre appuntamenti, ognuno riservato a 20 persone, organizzati con la compagnia. Il prossimo appuntamento è il 7 giugno dalle 10.30 alle 12 (le iscrizioni apriranno il 31 maggio).
Gli archivisti hanno accompagnato i lettori alla scoperta della storia della compagnia del Leone, nata il 26 dicembre 1831 con un capitale sociale di 2 milioni di fiorini, stimati in 42 milioni di euro, con 2 mila azioni emesse dal valore ciascuna di mille fiorini, gli attuali 21 mila euro. L’azione numero uno è esposta nella sede di piazza Duca degli Abruzzi, mentre la numero tre è stata mostrata ieri: tutte e due erano di proprietà di Pasquale Revoltella, prima consigliere e dal 1837 al 1839 direttore.
Quando nacquero le Generali esistevano altre 30 compagnie simili, la sfida fu però di assicurare qualsiasi cosa aprendo poi una sede a Trieste, per il mercato austriaco, e una a Venezia per quello italiano. Generali era anche un insieme di culture e religioni diverse con il fondatore Giuseppe Lazzaro Morpurgo, di origine ebraica, che si mise in affari con Giovanni Cristoforo Ritter de Záhony, il primo presidente delle Generali di religione protestante e originario della Germania. Tra i documenti esibiti anche la più antica polizza vita scritta a mano il 23 novembre 1832, quando Salmon Fontanella di Parma stipulò, per il figlio Leone, una pratica che all’epoca era abbastanza usuale. C’è poi la polizza del caffè Tommaseo con l’inventario di tutti i beni del locale. La compagnia triestina è stata anche l’assicurazione del teatro La Fenice di Venezia divorato dal fuoco la prima volta a dicembre del 1836 e, grazie al rimborso, ricostruito in soli dodici mesi. I due ciceroni hanno poi raccontato l’evoluzione del logo che in Italia dal 5 aprile del 1848 non ebbe più l’aquila a due teste, ma solo il leone che nel corso del tempo è mutato assumendo forme diverse fino a quella attuale.
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