Arrivati a Trieste i bambini di Gaza: saranno curati all’ospedale infantile Burlo Garofalo
Otto bambini assieme alle loro famiglie sono sbarcati nella notte all’aeroporto di Ronchi grazie a un volo privato messo a disposizione di una Ong britannica che collabora con Marino Andolina. Qui troveranno cure e accoglienza

TRIESTE Sono arrivati in Friuli Venezia Giulia con alcuni famigliari gli otto bimbi di Gaza con ferite di guerra e gravi patologie che saranno curati all’Irccs Burlo Garofolo grazie a un’iniziativa umanitaria messa in campo da privati cittadini che ha coinvolto Italia, Romania e Regno Unito.
Ventuno in tutto le persone sfuggite agli orrori della guerra grazie a questa missione, di cui tredici sono i famigliari dei piccoli. E all’arrivo si è scoperto che la mamma di un piccolo paziente era incinta e i medici hanno deciso che è opportuno farla partorire a Trieste. Nascerà dunque presto una bimba palestinese al Burlo.
I tre piccoli in condizioni meno critiche sono già a Udine dalle suore Rosarie, una sistemazione trovata dal vescovo emerito della città, Andrea Bruno Mazzoccato. Si recheranno all’ospedale infantile di Trieste per i controlli. Il Burlo ha dal canto suo messo a disposizione la propria foresteria “Come a casa” per accogliere i famigliari degli altri e l’Associazione Abc Bambini Chirurgici un appartamento. È già in corso una raccolta fondi da parte della Fondazione Burlo Garofolo per trovare risorse che sostengano i bambini e i loro famigliari. Altri bimbi con le loro famiglie sono arrivati dalla Palestina in Italia, ma questa è la prima esperienza in cui l’impresa è organizzata e spesata da privati.
Una Ong britannica, “Save a Child” ha infatti raccolto 80 mila euro in donazioni per organizzare il viaggio. Questi fondi hanno coperto le spese di nolo dell’aereo privato che ha portato in salvo i piccoli. Il velivolo è atterrato all’aeroporto di Ronchi dei Legionari nella notte tra lunedì e martedì dopo un viaggio particolarmente lungo. «Ci hanno tenuti fermi sulla pista al Cairo per quattro ore perché mancavano dei documenti e poi abbiamo dovuto fare una lunga pausa anche ad Atene, dove abbiamo fatto uno scalo tecnico», racconta Barbara Fari, responsabile del Cup e della gestione di attività sanitarie del Burlo, incaricata di seguire questo progetto e parte del team di supporter di nove persone, composto anche da medici anestesisti e dal pediatra in pensione Marino Andolina, che collabora con “Save a Child” di Sally Becker e ha messo in contatto l’Ong britannica con il Burlo. Sul volo c’erano anche dei giornalisti e la notizia sarà data anche alla Bbc.
«Abbiamo trovato i bimbi ben tenuti, erano curati e non abbandonati a se stessi», prosegue Fari. «Il viaggio da un punto di vista medico è andato bene. C’è stata una mamma che ha avuto un eccesso di pressione alta e una con un eccesso di pressione bassa, poi a una bambina abbiamo dovuto aspirare il muco. Piccole cose insomma», conclude.

Ambulanze e camion della Protezione civile messi a disposizione dalla Regione li aspettavano a Ronchi e li hanno trasportati al Pronto soccorso del Burlo, dove i bimbi sono stati visitati e avviati ai rispettivi percorsi diagnostico-terapeutici. L’assessore regionale alla Salute e alla Protezione civile, Riccardo Riccardi, ha espresso soddisfazione per l’iniziativa: «Penso che ogni volta che sia possibile curare bambini in pericolo per motivi che non dipendano da loro dobbiamo attivarci secondo le nostre disponibilità. Non è la prima volta che il Burlo in questo è in prima fila», sottolinea.
Anche il vescovo della Chiesa Greco-cattolica di Oradea in Romania, Virgil Bercea, ha giocato un ruolo importante nella riuscita del trasferimento degli otto piccoli pazienti e dei loro familiari dalla Palestina a Trieste.—
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