Articoli francesi di classe al posto di Mazzorato

Un brand francese dell’abbigliamento rivolto a una fascia di livello medio se non medio-alto nel cuore di Chinatown. È la scommessa che, almeno nelle intenzioni, sta dietro alla prossima chiusura del negozio Mazzorato di via Ghega. Qui una svendita totale è stata annunciata già a febbraio con l’obiettivo, sembrava, di un abbassamento delle saracinesche a fine marzo. Invece l’apertura si è protratta, ma in questi giorni nelle vetrine è apparso un cartello che dice “Costretti a chiudere” e annuncia una svendita totale a partire da domani. L’era Mazzorato in realtà a Trieste ora è veramente agli sgoccioli, ma dovrebbe aprirsene un’altra oltretutto senza lasciare vittime sul campo cioé persone senza lavoro.
«Terremo aperto fino al 12-14 settembre forse con qualche sporadico giorno di ferie in agosto perché dobbiamo svuotare tutta la merce - spiega Mario Lorenzin responsabile marketing del gruppo trevigiano Zanchetta che oltre cinque anni fa aveva rilevato il negozio - poi dopo alcuni giorni di chiusura il negozio aprirà con un nuovo proprietario francese e noi rimarremo soci di minoranza». Il nome dovrebbe essere “Ultra magic” o qualcosa di simile perché non dovrà essere fatta confusione con marchi già esistenti su questa piazza. «È un’operazione possibile grazie a un nostro cliente francese che commercializza prodotti di abbigliamento rivolti a una fascia di clientela più alta rispetto a quella di Mazzorato e che non sono facilmente reperibili in Italia - spiega Lorenzin - la proporremo a Trieste e in qualche altra città. Stiamo facendo il possibile per restare sul mercato con prossime aperture di una trentina di punti vendita in particolare in Lombardia, Piemonte e Romagna».
I locali di via Ghega, mille metri quadrati, hanno bisogno di una rinfrescata da parte della proprietà, ma la chiusura a detta del Gruppo Zanchetta dovrebbe risolversi in pochi giorni o al massimo settimane. «La filosofia del nuovo titolare - spiega Lorenzin - prevede una maggior assistenza al cliente - per cui non solo dovrebbero essere assorbiti gli attuali dipendenti, ma potrebbero venir fatte anche nuove assunzioni perlomeno part-time. Se l’inziaitiva decolla è previsto che l’organico passi da 6 a 9 persone». L’operazione è doppiamente ambiziosa perché prevede un’offerta di qualità in una zona pressocché completamente colonizzata da commercianti cinesi e proprio in un foro dove un tempo spopolavano i Magazzini Giovanni. Il proprietario, Giorgio Del Sabato, così li ricordava: «Erano i tempi d'oro dei jeans, ne piazzavamo migliaia all’anno, ma vendevamo di tutto, dagli alimentari ai giocattoli. Entravano nel negozio mille persone all'ora quando c'era lavoro. Avevamo sessanta dipendenti». Sembrano passati anni luce. (s.m.)
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