Asquini: «I soliti di sinistra in numero inferiore alle attese»

«Ma quale manifestazione apartitica? C’era il gotha del centrosinistra in piazza, che si vergogna di uscire con i propri simboli perché sa di non raccogliere più consensi, consapevole di essere in caduta libera». Lo afferma, dopo il flashmob che si è tenuto sabato in una gremita piazza della Repubblica, l’assessore alla Monfalcone sicura e segretario della Lega Massimo Asquini. Che a dispetto dell’oggettivo pienone parla di «iniziativa non così ben riuscita» perché «2.500 persone, a esser abbondanti, su 1,2 milioni di residenti in Fvg appaiono un numero irrisorio» e inoltre «se ne erano annunciate prima 12 mila, poi 6 mila e all’appello sono risultate ancora meno».

«Comunque tra i partecipanti c’erano – sottolinea – tanti marpioni della politica». E ciò a cui «si è assistito ha assunto i contorni del vero e proprio comizio, con la nota sequela di invenzioni su presunti razzismi e fascismi».

Sempre stando ad Asquini, dunque, si sarebbe trattato di un’operazione di «rivergination politica». «Anche se – prosegue – vorrei proprio sapere cosa resterà di queste sardine: io non ho sentito un programma, un’alternativa, una proposta per Monfalcone o la Regione che va al di là del comune antagonismo per il nostro sindaco Anna Cisint e il nostro leader Matteo Salvini».

A dir il vero gli affondi espliciti, più che dalle sardine, sono giunti dai tre “testimoni” locali (Luigino Francovig, Sani Bhuiyan e Antonio Parisi) cui è stato dato il microfono dalle sardine per un intervento su temi ritenuti cardine (lavoro, integrazione, famiglie arcobaleno) dopo il discorso ufficiale dei promotori. Mentre i riferimenti puntuali all’attività di governo leghista sono emersi nell’ultima esposizione di una lettera sottoscritta da «cittadini indignati» (così era firmato) e consegnata da Arturo Bertoli, presidente di Monfalcone interetnica ed ex consigliere dei Cittadini nelle mani di Ilaria Cecot, che ha tenuto il filo della manifestazione.

«Io – afferma Asquini – non ho visto alcuna novità in piazza, a partire dagli organizzatori, tra cui un’ex assessore di Sel. Per me, quindi, un fenomeno come tanti altri se ne sono scorti negli anni, vedi il girotondismo». «Non credo – aggiunge il leghista – che sfocerà in un movimento come è avvenuto con i grillini, anche perché alla prova del nove, cioè in campagna elettorale, le sardine oggi compatte nell’odio verso la Lega si scioglieranno perché ciascun partito di centrosinistra, che ora si cela dietro queste iniziative, rivendicherà voti per il proprio schieramento, a scapito degli altri, come sempre è avvenuto a sinistra».

Insomma, a centrodestra il flash mob delle sardine ha dato da pensare e, per usare un eufemismo, è risultato abbastanza indigeribile. —

T.C.

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