Assistenza agli anziani Chiude la Microarea

Attiva dal 2015 era un riferimento per una ventina di utenti. Il sindaco: «I risultati non giustificano la spesa di 36 mila euro». Morsolin attacca: «Atto gravissimo»
Bonaventura Monfalcone--foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone--foto di Katia Bonaventura

La Microarea dedicata al centro di Monfalcone, servizio nato a settembre del 2015 per iniziativa della precedente amministrazione comunale per creare reti sociali a supporto dei soggetti più fragili, anziani e non, chiude la propria esperienza dopo quasi tre anni di attività. I risultati non giustificano più la spesa (36 mila euro all’anno di risorse comunali per una ventina di utenti, pare, al momento), secondo quanto afferma il sindaco Anna Cisint e secondo quanto spiegato anche dalla coordinatrice dell’Ambito socio-assistenziale Basso Isontino, Nicoletta Stradi, a margine della festa che ha chiuso l’esperienza della Microarea assieme a diversi abitanti e frequentatori dello spazio di piazza Falcone e Borsellino. «È stato un progetto innovativo e che ha consentito di creare delle reti di socialità e dato occasioni di crescita a una serie di associazioni – ha aggiunto Stradi –, ma è nato privo della collaborazione e di un lavoro congiunto con l’Azienda per l’assistenza sanitaria, che invece a Trieste si occupa direttamente delle microaree. La potenzialità di poter contare su un operatore sanitario e un operatore sociale che leggessero assieme i bisogni della popolazione è quindi venuta meno». La responsabile dell’Ambito socio-assistenziale ha però sottolineato anche come l’esperienza, innovativa, abbia «restituito l’idea di un operatore sociale flessibile in grado di offrire dei momenti di socialità». «Spero possa essere un punto di riferimento – ha aggiunto – per la progettazione dell’Ambito, anche per l’area del centro cittadino». Dopo i saluti del presidente del Consiglio comunale Paolo Bearzi, la rappresentante della cooperativa sociale Basaglia di Trieste, che si era aggiudicata l’appalto e ha curato il servizio in questi anni, Luisa Russo, ha definito la Microarea «un luogo di riscatto e di costruzione sociale».

«Questo è quanto abbiamo cercato di costruire qui e voglio che questo non sia un addio, ma un arrivederci», ha aggiunto, presentando il piccolo libro di ricette realizzato da alcuni frequentatori dello spazio nell’arco di una lunga serie di incontri settimanali. La Microarea dal settembre 2015 è stata non solo un punto di riferimento per una serie di persone, ma anche un servizio di supporto domiciliare, soprattutto agli anziani, che si è concretizzato in piccoli lavori domestici, verifica delle condizioni delle abitazioni, accompagnamento a visite mediche e in uffici per il disbrigo di pratiche, oltre che interventi di aggregazione e mediazione tra i beneficiari, la rete di quartiere e le istituzioni.

«Ritengo sia gravissimo aver deciso di smantellare il progetto con la motivazione di una spesa di queste dimensioni – afferma la consigliere de La Sinistra per Monfalcone Cristiana Morsolin, ex assessore alle Politiche sociali che il progetto l’aveva voluto fortemente –, del tutto sostenibile a fronte dei risultati ottenuti. Non ultimo quello di essere stato alla base dell’esito del bando della Presidenza del Consiglio dei ministri che ha fruttato al Comune 2 milioni di euro per l’ampliamento degli spazi del teatro». Il sindaco dal canto suo a distanza ribatte che «di interventi del genere non può accollarsi il carico il Comune, perché di competenza dell’Azienda sanitaria». I fondi saranno quindi reinvestiti in azioni di «natura assistenziale» e il sindaco ha preannunciato di non voler dare seguito all’esperienza della Microarea.

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